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Un rassicurante studio del Translational Genomics Research Institute (TGen), volto a saggiare la presenza di contaminanti nelle carni vendute su tutto il suolo USA, ha rivelato che [b]la metà (47%) delle carni distribuite contengono[/b] [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Staphylococcus_aureus][i]Staphylococcus aureus[/i][/url][b], e metà (52%) di questi batteri sono resistenti ad almeno 3 antibiotici.[/b]
Staphylococcus aureus è un G+, anaerobio facoltativo, color dorato. A volte lo ospitiamo e rimane innocuo, in casi particolari sviluppa infezioni alla pelle, apparato respiratorio, scheletrico, urinario, nervoso, con danni anche gravi.
Il problema di questo batterio sono le resistenze. Spesso sviluppa resistenze agli antibiotici diventando seriamente pericoloso.
Il [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Mrsa]MRSA[/url] (Methicillin-resistant Staphylococcus aureus) è un ceppo particolarmente ostico che provoca epidemie ospedaliere, al punto da causare in USA più morti dell’HIV.
Come è possibile che batteri così pericolosi per l’uomo siano presenti nella carne che compriamo?
E’ presto detto: gli animali di allevamento sono foraggiati con mangimi addizionati con antibiotici per evitare epidemie negli allevamenti. Negli animali trovano quindi terreno fertile batteri resistenti a tali antibiotici. Dall’animale fino alla nostra tavola.
Generalmente carni contaminate non causano problemi all’uomo previa accurata cottura. Ma può capitare una cross-contaminazione in cucina, ad es. tocco la carne (contaminata) per metterla sul fuoco e poi preparo l’insalata (che non verrà cotta), la carne sarà sterile, ma l’insalata sarà contaminata.
Un consiglio può essere quello di cuocere bene le carni e lavarsi spesso le mani in cucina. E finanziare la ricerca sui batteri (acqua al mio mulino eheh).
Fonte: [url=http://www.sciencedaily.com/releases/2011/04/110415083153.htm]ScienceDaily[/url].