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Per il secondo appuntamento con A.C.A. l’artista trattato è Terry Rodgers.

Terry Rodgers nasce a Newark, nel New Jersey, l’11 settembre del 1947. Scopre molto presto di avere talento nella pittura e nella fotografia e dedica la propria intera vita all’approfondimento ininterrotto delle tecniche e delle possibilità espressive legate a queste due arti. Le sue opere sono state esposte in molti musei, mostre e gallerie d’arte.

Negli ultimi anni Rodgers ha sviluppato uno stile pittorico molto particolare. Dal punto di vista tecnico, si tratta di grandi tele a olio in cui personaggi e ambienti sono delineati con qualità pressoché fotografica. Ma l’elemento saliente, al di là della padronanza tecnica del mezzo pittorico, è la composizione delle scene. Sono quasi invariabilmente dipinti che mostrano feste alle quali partecipano individui che non hanno affatto l’aria di divertirsi. Gli arredi e i vestiti sono quelli dell’upper class americana: case opulente, vestiti costosi, gente danarosa, festini trasgressivi. Le molte figure umane che popolano queste scene sono giovani per lo più seminudi, dai corpi perfetti e curatissimi. Ma non ridono mai e non si guardano mai negli occhi. Ognuno è perso dentro se stesso ed è il ritratto stesso della solitudine e dell’incomunicabilità.

Rodgers sembra attirato in modo compulsivo dal bisogno di rappresentare, di queste feste, un’immagine sospesa, colta al volo, come il fotogramma bloccato di un film, che ferma il movimento e astrae, da quell’insieme di corpi e di cose, il senso psichico della solitudine umana.

Fonte.

Quanto scritto sopra racchiude in linea molto generale la figura di questo incredibile artista. Io lo trovo eccezionale, non solo per la tecnica (impressionante), ma soprattutto per la composizione, la cromia, la luce e il realismo espressivo dei soggetti.

Notevole anche con una macchina fotografica in mano, ma il pennello gli si addice molto di più.

Qui il sito dell’artista. Tra le varie sezioni, anche una serie di gallery degli allestimenti delle mostre. Mentre di qua , per chi mastica l’inglese, troverete un articolo scritto da lui per il NY Arts.

Di seguito una gallery con alcune sue opere.
Enjoy!