[vimeo]12488735[/vimeo]
[quote] Fibra per l’Italia: perché è importante e quali sono gli ostacoli.[/quote]
Abbiamo parlato diffusamente di [url=https://leganerd.com/tag/banda-larga/]Banda Larga[/url] qui su :ln: e fatto impietosi confronti con cosa accade nel resto del mondo, proviamo invece a vedere cosa realmente bolle in pentola per quanto riguarda il nostro futuro?
Prima guardate il video dell’ottimo [url=http://blog.quintarelli.it/blog/2010/06/fibra-per-litalia-perch%C3%A9-%C3%A8-importante-e-quali-sono-gli-ostacoli-on-vimeo.html]Quintarelli[/url] qui sopra, poi proseguite.
Il primo passo formale verso la creazione della [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Next_Generation_Networking]Next Generation Network[/url] (la rete che dovrebbe sostituire l’attuale rete in rame costituita dai doppini telefonici su cui viaggia la telefonia fissa e l’ADSL) è stato la firma (il 10/11/2010) del cosiddetto [url=http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/banda_ultralarga/MOU_20101110.pdf]MOU Romani[/url], un documento che pone le basi della collaborazione tra Governo, Telecom Italia e altri Operatori (Vodafone, Wind, Fastweb, BT Italia, Tiscali, H3G) per realizzare una rete di accesso in fibra ottica su tutto il territorio nazionale.
Pochi giorni dopo è stata costituita la società [url=http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/banda_ultralarga/ADDENDUM_MOU.pdf]FOS (Fibra Ottica Spa)[/url] che il 17 gennaio 2011 è entrata a partecipare nel suddetto MOU e porta il contributo di 13 Operatori.
I lavori del “tavolo Romani” hanno portato alla generazione di un progetto tecnico-economico riassunto in [url=http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/banda_ultralarga/Verbale_Tavolo.pdf]queste slide[/url]: il piano prevede di raggiungere con un collegamento in fibra ottica il 50% delle Unità Immobiliari (abitazioni e uffici) italiane al costo previsto di circa 8 miliardi di Euro (ovviamente il grosso del costo sono i lavori di stesura delle fibre sia per strada che all’interno dei palazzi, con innumerevoli complicazioni burocratiche annesse).
Le slide del progetto Romani descrivono due scenari entrambi basati su due tecnologie: GPON e Punto-punto.
Qui è forse utile un approfondimento:
[title]La tecnologia GPON[/title]
[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_039523.jpg[/image]
[url=http://en.wikipedia.org/wiki/Passive_optical_network]GPON[/url] (Gigabit Passive Optical Network) è una tecnologia basata su un link in singola fibra ottica condivisa tra un numero di utenti variabile normalmente tra 32 o 64: la fibra ottica che esce dall’apparato di centrale (detto OLT, Optical Line Termination, l’equivalente del DSLAM per l’ADSL) attraversa uno o due “splitter ottici” che banalmente replicano il segnale su un certo numero di fibre ottiche secondarie e viene quindi terminata sull’ONT (Optical Network Termination, l’equivalente del modem per l’ADSL).
In downstream (dalla rete verso l’utente) GPON trasmette 2.5Gbps in broadcast, cioè tutti i 32 / 64 utenti finali ricevono tutto il traffico (criptato per sicurezza) mentre in upstream la banda è di 1.2Gbps e, per evitare conflitti, esiste un algoritmo che permette ai vari ONT di trasmettere a turno condividendo la banda.
Nei prossimi anni saranno disponibili le generazioni successive XGPON1 e XGPON2 che estendono la banda rispettivamente a 10Gbps in downstream / 2.5Gbps in upstream e 10Gbps simmetrici in downstream e upstream, le rete resta la stessa, cambiano gli apparati in centrale e in casa.
Il GPON è la tecnologia scelta da Telecom Italia e impiegata nei trial in corso: utilizzando fibra ottica già presente (a Milano ad es. fornita da Metroweb) o installata nelle condutture predisposte negli anni ’90 dal [url=http://it.wikipedia.org/wiki/Progetto_Socrate]Progetto Socrate[/url], ha iniziato il servizio sperimentale a Milano, Roma, Torino e Catania e lanciato lo stesso nelle principali città del Veneto e in Trentino (con finanziamento misto pubblico-privato).
Il [url=http://www.telecomitalia.com/tit/en/archivio/media/comunicati_stampa/telecom_italia/mercato/consumer/2011/02-01.html]piano[/url] prevede la copertura di 11 città entro il 2011, 13 entro il 2012 e il 138 città (50% della popolazione) entro il 2018.
[b]Pro[/b]:
• L’uso degli splitter consente di [b]ridurre sensibilmente il numero di fibre ottiche[/b] da terminare in centrale, consentendo di ridurre anche spazi, consumi elettrici (meno interfacce e meno apparati) e soprattutto costi nella parte primaria delle rete ottica.
• La banda, in particolare i 2.5Gbps in downstream, è considerata adeguata alle esigenze medie degli utenti, l’infrastruttura è comunque compatibile con le future XGPON.
• La caratteristica di avere il traffico downstream in broadcast la rende intrinsecamente ottimale per i servizi televisivi: basta inviare una sola copia di un canale TV perché tutti gli utenti della fibra lo ricevano.
[b]Contro[/b]:
• L’infrastruttura fisica, la fibra ottica, non può essere condivisa se non attraverso l’OLT, quindi se ci sono diversi Operatori, o condividono l’accesso all’apparato di centrale o stendono delle reti GPON parallele (cosa decisamente antieconomica).
• La tecnologia GPON non è trasparente e non consente di differenziare il servizio tra diversi utenti (ad es. dare 10Mbps agli utenti residenziali e 1Gbps ad una banca etc) e pone limitazioni per raccogliere il traffico delle antenne cellulari.
[title]La soluzione Punto-Punto [/title]
[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_039530.jpg[/image]
Tutti gli altri Operatori italiani spingono invece verso soluzioni Punto-Punto: una singola fibra ottica che connette direttamente una porta di uno switch in centrale con un ONT in casa dell’utente finale.
Questo avviene ad esempio nello sperimentale in corso a Roma a [url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/CyberNews/Internet-Roma-a-Collina-Fleming-inaugurata-prima-centrale-a-fibra-ottica_444050634.html]Collina Fleming[/url] per 7400 famiglie.
[b]Pro[/b]:
• Soluzione scalabile praticamente all’infinito, una volta stesa la fibra non ci sono limiti alla banda che può essere teoricamente veicolata.
• Totale trasparenza: ciascun Operatore può accedere alla fibra diretta verso uno specifico utente e differenziare il servizio in totale libertà rispetto agli altri.
[b]Contro[/b]:
• Nelle realtà Telecom Italia affitta le oltre 10.000 centrali e il costo non è irrilevante. Telecom ha perciò necessità di ridurre sensibilmente il loro numero (cosa fattibile costruendo la nuova rete in fibra) e questo porterà ad avere centrali con un numero molto elevato di utenti (decine di migliaia): il numero di fibre ottiche da terminare diventa enorme e difficile da gestire praticamente. Agli altri Operatori non conviene certo imbarcarsi nella ricerca e realizzazione di centrali proprie e ancora meno conviene avere apparati attivi distribuiti sul territorio anziché concentrati nelle Centrali.
[title]Cosa succederà?[/title]
Sebbene la soluzione punto-punto abbia innegabili vantaggi prestazionali, il costo dell’operazione NGN realizzata solo con tale tecnologia rischia di diventare insostenibile e praticamente ingestibile.
Una soluzione realistica potrebbe essere quella proposta appunto nel [url=http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/banda_ultralarga/Verbale_Tavolo.pdf]progetto del “tavolo Romani”[/url]: GPON per gli utenti residenziali e Punto-Punto per utenza affari e antenne cellulari.
Con un fattore di split di 64 ciascun utente avrebbe a disposizione una banda media di circa 40Mbps (ovviamente teorica e paragonabile al 20Mbps attuale dell’ADSL: si tratta della banda nella sola tratta tra l’apparato di centrale, OLT o DSLAM che sia, e casa vostra, la vera banda che riuscite ad utilizzare dipende molto da cosa c’è dietro, cioè dalla connessione tra l’apparato di centrale ed i router di Core della rete dell’Operatore), più che sufficienti per navigare alla grande e vedere film in HD etc.
A questo punto resta “solo” da mettere d’accordo gli Operatori sugli investimenti, le regole di accesso alle infrastrutture e la gestione della condivisione degli OLT (analogamente al Virtual ULL fatto oggi sui DSLAM)… e trovare i soldi perché FOS possa finalmente partire con i lavori di stesura delle fibre.
Si fa presto a dire che altre nazioni hanno già realizzato di meglio, ad esempio in Corea hanno lanciato il [url=http://en.wikipedia.org/wiki/Passive_optical_network#WDM-PON]WDMPON[/url] che è di fatto il mix ideale tra GPON e Punto-Punto (come nel GPON la fibra ottica è condivisa ma ciascun utente usa una lunghezza d’onda “privata” a 1Gbps, realizzando quindi un punto-punto virtuale) ma l’Italia ha caratteristiche particolari sia in termini geografici e urbanistici, sia culturali e politici.
Le soluzioni tecnologiche ci sono ma se non si arriva alla volontà politica di sostenere un investimento di questo tipo non si va da nessuna parte.
Resta poi da capire se e quanto sia giusto scendere a compromessi dal punto di vista tecnico (vedi GPON invece di Punto-Punto o addirittura WDMPON)…
C’è infine da considerare l’Unione Europea che, tramite la commissaria Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione responsabile per l’Agenda digitale, impone ai Paesi membri una copertura del 100% entro il 2013, incluse le zone rurali, e per il 2020 una banda passante garantita di 30Mbps.