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John Broadus Watson – Esperimento Little Albert

“Datemi una dozzina di bambini sani e farò di ognuno uno specialista a piacere, un avvocato, un medico. A prescindere tal suo talento, dalle sue inclinazioni, tendenze, capacità, vocazioni e razza”.
[John Broadus Watson]

John Broadus Watson (Greenville, 9/1/1878 – New York, 25/9/1958) fu uno psicologo statunitense, precursore del comportamentismo (chiamato anche behaviorismo), cioè quella corrente della psicologia che studia il comportamento degli esseri viventi valutando anche quanto gli agenti esterni possano influire sulla crescita e la psiche dell’individuo.

I suoi esperimenti furono tanto importanti per tutto il mondo scientifico quanto morbosamente controversi; sopratutto il più famoso (tenuto con la collega Rosalie Rayner) che fu denominato Little Albert. Riguardva il comportamento infantile e come i traumi potessero influire nello sviluppo psicologico e si svolse tra il 1919 e il 1920.

Albert era un bambino di undici mesi, alla quale furono mostrati diversi animali: una scimmia, un cane e una cavia bianca da laboratorio, un coniglio, varie maschere con o senza barba, giornali infuocati, batuffoli di cotone, ecc…

Il piccolo Albert non sembrava aver paura di nessuno di questi elementi introdotti nell’ambiente circostante, anzi allungava la mano per toccarli e scoprirne la consistenza, proprio come ogni bambino nell’età della scoperta. Insomma: imparò a giocarci.

Ecco che arriviamo all’esperimento vero e proprio: sostenendo di poter programmare la personalità di un individuo agendo nella tenera età, posizionò una lastra di metallo nelle vicinanze ed ogni volta che l’infante allungava una manina verso uno degli animali con cui aveva imparato a giocare il professore ci picchiava sopra con un martello producendo un forte rumore.
Ogni volta che si avvicinava al cagnolino BUM. Ogni volta che si avvicinava al coniglietto: BAM. E così via.

Le reazioni del piccolo Albert furono (ovviamente) di pianto isterico, ed avendo intuito che ad ogni tentativo di avvicinamento corrispondeva al rumore molesto, tentava di scappare.

Dopo 17 giorni di esperimenti si instaurò un transfert avverso verso tutti gli oggetti di natura simile: Pellicce, coperte, cotone, fino ad avere addirittura delle crisi di panico alla vista di una maschera di Babbo Natale.

Il passo successivo sarebbe stato quello di “de-programmare” il bambino, ma la madre lo portò via prima che gli esperimenti potessero proseguire.
Per anni il mistero sull’identità della donna rimase tale finchè, dopo una lunga ed accurata ricerca, si scoprì che non si trattava della madre naturale del piccolo Albert, bensì una bambinaia che allattava e curava i bambini alla Phipps Clinic presso la Johns Hopkins University di Baltimora, guarda caso il luogo ove avvenne l’esperimento. Viene naturale chiedersi quanti altri bambini furono utilizzati per “test” simili.
C’è da aggiungere che la donna era consenziente e portò via l’infante quando vide i risultati che la ricerca produceva su di lui.

Non ci è dato sapere se il piccolo Albert è guarito o se ha avuto ripercussioni fobiche per tutta la vita.

Qui sotto trovate il video originale dell’esperimento.

[Edit]
Ho aggiunto il tag “Esperimenti scientifici estremi”, inquanto sto preparando una serie di articoli con queste tematiche, dando di fatto luce ad una nuova rubrica. Naturalmente chiunque volesse collaborare sarà libero di farlo, aggiungendo il tag “rubrica” [ESE] al proprio post.

Pagina Wikipedia

Articolo originale (Watson & Rayner)

[ESE] è la rubrica a cura di @WebDataBank che parla degli esperimenti scientifici più controversi.

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