[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_037299.jpg[/image]

Amerzone narra la storia di un giornalista (il giocatore), che viene a conoscenza del segreto di un anziano esploratore, Alexandre Valembois, che durante una sua spedizione negli anni ’30 nell’immaginario paese tropicale di Amerzone, una povera nazione scossa da rivoluzioni, ha sottratto dal suo habitat un raro uovo di uccello bianco, un uccello che vive nelle zone ricche di vulcani alle sorgenti del fiume Amerzone. Ora, troppo anziano per recarsi di nuovo nel suddetto paese, è bruciato dai sensi di colpa, e quindi chiede al giocatore di riportare l’uovo, ancora vivo, nel suo paese d’origine, visto che sta per schiudersi; il giornalista decide pertanto di ripetere l’itinerario dell’esploratore utilizzando i suoi stessi marchingegni per raggiungere il leggendario Amerzone e riportare l’uovo.
Il giocatore viene quindi catapultato in un mondo di tribù, di foreste dove l’uomo non ha mai messo piede, ripercorrendo le stesse tracce del viaggio di Alexandre Valembois, più di sessant’anni prima.

Presa un po’ dalla nostalgia dei videogames della mia infanzia, mi sono subito ricordata di Amerzone: Il testamento dell’esploratore, causa di non poche notti insonni (vuoi perché il cervello cercava soluzioni nel sonno, vuoi perché certe ricostruzioni del videogame a 8 anni mi facevano cagare addosso mettevano decisamente soggezione)

Il gioco fu pubblicato nel 1999 da Ubisoft e Casterman, con l’ideazione di Benoît Sokal e lo sviluppo di Microïds; la grafica 3d era una delle migliori all’epoca, con una definizione e un’accuratezza meticolosa nella realizzazione di paesaggi e oggetti vari (come il fighissimo mezzo di locomozione del protagonista).
Gli ambienti ricreati facevano in modo giocando che si respirasse un’aria suggestiva e un’atmosfera a dir poco surreale, a tratti quasi sinistra (come dimenticare l’ascensore o l’interno del faro?)
Particolare nota va fatta circa i filmati: di natura veramente eccelsa, all’epoca potevano essere considerati piccoli capolavori di grafica 3d.

Qui la pagina wiki.
Qua un’interessante recensione del 2000