Chip retinico permette ai ciechi di vedere

Un impianto subretinico inserito in 3 pazienti non vedenti ha permesso loro di vedere forme e oggetti durante i giorni di test. Gli scienziati tedeschi riportano, nella rivista “Proceedings of the Royal Society B.”, che uno dei pazienti ha sorpreso i ricercatori attraverso l’individuazione e localizzazione di alcuni oggetti posti su un tavolo. Il paziente era inoltre capace di camminare per la stanza senza alcun aiuto, avvicinarsi e riconoscendo le persone, leggere l’ora dall’orologio e descrivere 7 differenti tonalità di grigio di fronte a lui.

La protesi visiva elettronica è stata sviluppata da Retinal Implant AG, l'Istituto di Ricerca Oftalmologica e l'Università di Tuebingen, in Germania. L’autore la descrive come “un avanzamento nelle protesi visive elettroniche senza precedenti”.

Questa tecnologia può cambiare la vita ai pazienti affetti da Retinite Pigmentosa – una malattia degenerativa degli occhi che colpisce approssimativamente 200 mila individui nel mondo.

La Retinite Pigmentosa include un gruppo di malattie ereditarie in cui le anomalie presenti in coni e bastoncelli – tipi ri fotorecettori – comporta il peggioramento progressivo della vista, e alla fine la cecità totale. I pazienti inizialmente soffrono di cecità notturna, successivamente una visione a tunnel in cui il campo visivo tende a stringersi, ed infine la perdita della visione centrale. La Retinite Pigmentosa si può verificare da solo o come parte di una sindrome, come la Sindrome di Usher.

Sotto lo spoiler i commenti del Team di sviluppo. è tanto testo, vi avviso prima. ;)

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Il Direttore fondatore di Retinal Implant AG, Dr. Eberhart Zrenner, ha detto:

I risultati di questo studio pilota, forniscono una forte evidenza che le funzioni visive dei pazienti accecati da una distrofia ereditaria della retina possono, in linea di principio, essere aiutati, in misura sufficiente per l’uso nella vita quotidiana.

Il Dr. Zrenner è anche presidente dell ‘Università di Tuebingen Eye Hospital.

L'impianto subretinico viene impiantato sotto la retina e sostituisce coni e bastoncelli – i suoi fotorecettori – che sono andati persi a causa della degenerazione retinica.

Gli autori spiegano:

L’impianto utilizza le capacità di elaborazione naturale di immagini degli occhi oltre la fase di rilevamento della luce per produrre una percezione visiva nel paziente che è stabile e segue i movimenti degli occhi.

A differenza di impianti epiretinici che si trovano davanti la retina e non utilizzano le strutture integrali sensibili alla luce negli occhi, questo impianto subretinico non richiede al paziente di indossare una fotocamera esterna e il processore, perché questo impianto subretinico ha molti più fotorecettori rispetto a qualsiasi altro dispositivo simile e dà al paziente ineguagliabile chiarezza visiva.

Il Dr. Zrenner ha scritto:

Questo studio presenta prove di concetto che tali dispositivi sono in grado di ripristinare la visione utile in soggetti umani ipovedenti, anche se ci vorrà del tempo per sviluppare l’obiettivo ultimo di questa ampia applicazione clinica.

il Dr. Zrenner ed il suo team hanno testato il dispositivo su 11 individui. Alcuni di loro non hanno avuto beneficio perché la loro condizione era degenerata troppo velocemente, come hanno scritto i ricercatori. Tuttavia, gli altri sono stati in grado di rilevare oggetti luminosi e forme.

I migliori risultati sono stati ottenuti quando hanno messo il dispositivo al di sotto della retina – nella zona centrale della macula. Questa operazione è stata eseguita su tre pazienti.

David Head, l’Amministratore Delegato di RP (Retinite Pigmentosa) Fighting Blindness, ha detto:

Questa tecnologia è molto stimolante, il Prof Zrenner è molto rispettato e dovrebbe essere elogiato per questo lavoro. Tuttavia, questi dispositivi sono in una fase iniziale di sviluppo come si osserva da questa relazione, ed è importante riconoscere che dai primi studi ad un prodotto pienamente funzionante e accessibile, la realizzazione può richiedere molto tempo.

Attendiamo con ansia i risultati di un ulteriore sviluppo dei lavori a Oxford e in altri centri, noi ed i nostri soci monitoreremo gli sviluppi con grande interesse.

Gli autori hanno concluso su Proceedings of the Royal Society B:

Questi risultati dimostrano per la prima volta che un insieme di elettrodi subretinici con 1500 fotodiodi sono in grado di creare una percezione visiva dettagliata, significativa in soggetti in precedenza non vedenti.

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Ora, tolto lo sbattimento del tradurre un articolo del genere (cosa che ho fatto con piacere alla fine), mi sento di commentare che finalmente si stanno facendo ENORMI passi avanti nell’abbattimento delle barriere che separano un ipovedente da un normovedente. L’articolo NON DOVREBBE essere un repost, perchè mi sembra che gli articoli precedenti che riguardavano questo argomento fossero inerenti a occhi bionici con l’applicazione di una camera.

Fonte

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