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Vi avevo già parlato [url=https://leganerd.com/2010/08/31/risolta-la-struttura-3d-completa-di-un-adenovirus/]qui[/url] della straordinaria impresa dell’elaborazione della struttura 3D dell'[b]adenovirus[/b] (il virus del raffreddore).
Ora vi racconto un esempio di applicazione di queste conoscenze un po’ astratte. Non sono un oncologo, quindi perdonatemi certe imprecisioni o semplificazioni.
Il [b]cancro[/b] è, semplificando all’estremo, un gruppo di cellule che accumula un certo numero di errori nel loro DNA e, di conseguenza, iniziano a moltiplicarsi in maniera incontrollata. Si crea la massa tumorale di cellule che, di solito, perdono anche la loro corretta funzionalità.
Vi sono una serie di meccanismi che impediscono lo sviluppo del cancro (ad es: l’apoptosi, cioè il suicidio programmato della cellula che si rende conto di non essere più in grado di riparare gli errori), che le cellule tumorali riescono a scavalcare.
Tradizionalmente si uccidono le cellule tumorali con dei farmaci. Questi farmaci hanno enormi effetti collaterali. Tipicamente hanno come bersaglio le cellule in proliferazione (una delle caratteristiche delle cellule tumorali). Ma molte cellule del nostro corpo si dividono per rimpiazzare cellule invecchiate o per il loro corretto funzionamento. Ecco che questi farmaci [i]uccidono anche le cellule sane[/i] che si dividono. Abbiamo tutti presente che un malato sottoposto a chemioterapia perde i capelli e sembra invecchiato e debole. In più ha grossi problemi ad altri apparati che necessitano di cellule nuove, come l’intestino.
Questa terapia non garantisce la guarigione, perché, colpendo un po’ a caso, non si può aumentare troppo la dose (sennò rischia la vita il paziente) e quindi tumori troppo grossi non riescono ad essere debellati completamente.
Si cerca quindi di sviluppare [b]terapie mirate[/b], che colpiscano esclusivamente le cellule malate, riducendo quasi a 0 gli effetti collaterali. Bisogna dare una dose alta di farmaco a poche cellule specifiche.
Occorrono quindi [b]sistemi di trasporto[/b] del farmaco che lo rilascino solo alle cellule malate.
Si è pensato di ingegnerizzare l’adenovirus, perché è un [i]virus modello, facile da usare, sicuro[/i] (al massimo ci si prende il raffreddore).
In particolare si vuole utilizzare la [b]terapia genica[/b], cioè non uccidere le cellule malate, ma ripararle: si inserisce nel loro genoma un pezzo di DNA contenente i geni corretti e funzionanti, per sopperire a quelli mutati. Adenovirus è capace di fare ciò.
Le principali difficoltà sono date dal programmare il virus per legarsi specificamente alle cellule tumorali.
“We are engineering viruses to deliver gene therapy for prostate and breast cancers, but previous microscopy techniques were unable to visualize the adapted viruses,” Wu said. “This was like trying to a piece together the components of a car in the dark, where the only way to see if you did it correctly was to try and turn the car on.”
Ora, con la struttura 3D, i ricercatori sanno esattamente come intervenire per ottenere la particella virale corretta.
Al momento i ricercatori dell’UCLA stanno provando ad attaccare con la terapia genica mediante adenovirus i due tipi di cancro più diffusi nell’uomo e nella donna: il cancro alla prostata e al seno.
Questa è solo una delle numerose terapie di frontiera. Occorreranno però alcuni anni prima che sia disponibile a tutti.
[url=http://newsroom.ucla.edu/portal/ucla/cluster-of-nanotechnology-expertise-169783.aspx]Link[/url] all’articolo.