[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_000660.jpg[/image]
[quote]Hokusai nacque a Edo nel nono mese del decimo anno del periodo Horeki (ottobre-novembre 1760), da una famiglia di artigiani. Suo padre, Nakajima Issai, era un fabbricante di specchi. All’età di diciotto anni, dopo un po’ di pratica come intagliatore di legno, entrò nello studio di Katsugawa Shunsho, un pittore e disegnatore di stampe a colori. Il disprezzo per i principi artistici del suo maestro causò la sua espulsione nel 1785.
Anche se di volta in volta Hokusai studiò stili diversi, egli mantenne da allora in poi la sua indipendenza stilistica. Per un certo periodo visse nella povertà estrema, e, anche se deve aver guadagnato delle somme che potrebbero avergli assicurato un minimo di benessere, rimase povero, e alla fine della sua vita si descrisse orgogliosamente come un contadino.
Fu un attento studente fino alla fine della sua lunga vita, come postfazione a quello che sarebbe stato il suo ultimo incompiuto lavoro e testamento spirituale, la raccolta Cento vedute del monte Fuji, scrisse: “Dall’età di sei anni ho la mania di copiare la forma delle cose, e dai cinquant’anni pubblico spesso disegni, tra quel che ho raffigurato in questi settant’anni non c’è nulla degno di considerazione. A settantatré ho un po’ intuito l’essenza della struttura di animali ed uccelli, insetti e pesci, della vita di erbe e piante e perciò a ottantasei progredirò oltre; a novanta ne avrò approfondito ancor più il senso recondito e a cento anni avrò forse veramente raggiunto la dimensione del divino e del meraviglioso. Quando ne avrò centodieci, anche solo un punto o una linea saranno dotati di vita propria. Se posso esprimere un desiderio, prego quelli tra lor signori che godranno di lunga vita di controllare se quanto sostengo si rivelerà infondato. Dichiarato da Manji il vecchio pazzo per la pittura.” Il Maestro muore dopo una breve malattia il 10 maggio 1849, il breve haiku scritto sul letto di morte recita: “Hitodama de, yuku kisanji ya, natsu no hara”, (anche se come un fantasma, me ne andrò per diletto per i prati estivi).
[/quote]
Un uomo che è stato un punto di riferimento per molti pittori impressionisti della scena occidentale e soprattutto la sua opera “La grande onda” è lo sfondo della mia scrivania! :D
Certo che ‘sti Jappo stavano e stanno avanti!