Presentato in concorso alla 65ª Mostra del cinema di Venezia, Ponyo sulla scogliera è il decimo film scritto e diretto da Hayao Miyazaki. Protagonisti sono Sosuke, un bambino amante del mare, e Ponyo, un’esuberante pesciolina che farà di tutto per restare con lui.
Ponyo sulla scogliera (Goke no ue no Ponyo, 2008) è il decimo film scritto e diretto dal Maestro dell’animazione Hayao Miyazaki. Il film fu presentato in concorso alla 65ª Mostra del cinema di Venezia, dove nonostante non abbia ricevuto alcun premio fu stato accolto dall’elogio di critica e pubblico, dimostrando ancora una volta il talento del regista nipponico.
Ponyo sulla scogliera è basato sul racconto The No no nursery ed ispirato alla leggenda di Urashima Taro e al film Disney La Sirenetta.
Il film è stato realizzato interamente a mano abbandonando la computer grafica che era stata utilizzata, anche se parzialmente, nei due film precedenti La città incantata e Il castello errante di Howl.
Basato sul racconto The No no nursery (Iya Iya en, 1962) della scrittrice Nakagawa Reiko e illustrato da Yamawaki Yuriko, è ispirato dalla leggenda di Urashima Taro (leggenda giapponese su un pescatore che salva una tartaruga dalle acque e come ricompensa viene ammesso nel mondo sottomarino) e dal film della Walt Disney La Sirenetta (The Little Mermaid, Ron Clements, John Musker, 1989).
Sosuke è un bambino di cinque anni che vive con la madre, Risa, in cima ad una scogliera. Un giorno mentre gioca sulla riva sotto casa trova Ponyo, pesciolina rossa incastrata in un barattolo di vetro. Sosuke la salva e la porta con se.
Ponyo è affascinata dal bambino, il quale prova la stessa cosa e le promette di proteggerla. I due vengono ben presto separati da Fujimoto, stregone del mare e padre di Ponyo, il quale riporterà la figlia sul fondo dell’oceano.
L’esuberante Ponyo però non ne vuole sapere di stare lontano da Sosuke e riuscita a fuggire una seconda volta da casa, dopo essersi trasformata in una bambina, riuscirà a raggiungerlo. Nella fuga Ponyo però mischia le pozioni che usa il padre per mantenere l’equilibrio del mondo e ne provoca la rottura che causa uno tsunami che allaga la città.
Nel frattempo Fujimoto avvisa Mammare, dea del mare e madre di Ponyo, della situazione. Poiché Ponyo non vuole separarsi da Sosuke la dea decide di farla diventare una bambina a tutti gli effetti, a patto che Sosuke superi la prova a cui verrà sottoposto. Riuscirà il bambino a superarla e riportare così l’equilibrio nel mondo?
Come Il mio vicino Totoro e La città incantata, anche Ponyo sulla scogliera è ambientato in Giappone, e per il paesaggio il regista si ispira ancora una volta alle esperienze personali. Infatti la storia è ambientata nella zona dello Stenai-kai, dove Miyazaki ha passato un periodo di riposo in una casa sulla scogliera. Mentre per la creazione dei personaggi si è basato su persone a lui vicine. Sosuke è modellato sul figlio Goro all’età di cinque anni, Fujimoto sul capo animatore Kondo Katsuya e Ponyo sulla figlia di quest’ultimo.
Ponyo sulla scogliera è un’avventura sulla forza dell’amore, mostrato nella sua forma più pura: quello infantile.
Ponyo sulla scogliera è un’avventura sulla forza dell’amore. Amore dei genitori nei confronti dei figli; di Risa, mamma dinamica tuttofare, il cui amore per il figlio la rende sempre presente ma mai oppressiva.
Amore che è motore della narrazione, essendo lei a spingere Sosuke a tenere Ponyo quando è ancora una pesciolina, e sarà sempre lei ad accoglierla una volta trasformatasi in bambina.
L’amore protettivo di Fujimoto, padre della protagonista, preoccupato per la scelta della figlia di voler divenire una bambina e vivere in un mondo che lui stesso ha abbandonato, divenendo un alchimista del regno dei mari, perché popolato da persone che lo stanno distruggendo; e l’amore comprensivo di Mammare, mamma di Ponyo, dea del mare che lascia libero arbitrio alla figlia e pone fiducia nell’affetto reciproco dei bambini.
Ma la forza dell’amore di cui narra il film è anche quello tra i protagonisti, l’amore nella sua forma più pura: l’amore infantile. L’amore incondizionato tra due bambini che pur provenendo da mondi diversi si amano per quello che sono e che fanno di tutto pur di restare insieme, tanto che infatti Ponyo deciderà di trasformarsi in una bambina. Amore come responsabilità nei confronti delle persone che ci sono accanto, di come Sosuke si prenda cura di Ponyo sin da quando la trova in riva al mare e che la guida e le insegna come vivere in un mondo nuovo che non le appartiene.
Amore che si basa sulla forza della parola, avente come ne La città incantata un valore magico, rappresentata dalla promessa fatta da Sosuke a Ponyo di stare sempre insieme.
Una promessa indissolubile, alla quale il bambino terrà fede ad ogni costo, affrontando senza timore tutte la prove che si troverà di fronte. Sosuke non solo si opporrà, non sempre con successo, a tutti i tentativi di Fujimoto di riprendersi la figlia, ma badando a lei mentre Risa è a lavoro, guidando la barca per raggiungere l’ospizio, sostenendola mentre attraversano una buia galleria durante il tragitto e soprattutto superando la prova finale a cui è sottoposto da Mammare, accettando Ponyo per quella che è, si guadagnerà anche la fiducia di Fujimoto che gli affida la figlia.
La magia, insieme all’amore, è uno dei temi portanti del film. Una magia arcaica e potente, capace di sconvolgere la natura se non tenuta sotto controllo. Custode di tale potere è Fujimoto, un uomo che ha rinnegato la sua natura ed è divenuto l’alchimista del regno dei mari, in grado di controllare le forze oceaniche con l’utilizzo di pozioni. Al contrario di Ponyo incapace di controllare il suo enorme potere magico, che le consente di trasformarsi in una bambina, ma proprio perché incapace di gestirlo subirà continue metamorfosi.
Esemplari sono le scene in cui la protagonista correndo sulle onde delle mare durante la tempesta si trasforma continuamente e la scena in cui con Sosuke si dirigono all’ospizio in cui lavora la madre del bambino, dove Ponyo regredisce fino a tornare ad essere una pesciolina.
La magia porta con sé il mistero e l’irrazionalità, elementi accettati come eventi naturali poiché nell’infanzia non esiste distinzione tra realtà e magia.
La magia porta con sé il mistero e l’irrazionalità, elementi che sono accettati come eventi naturali, come qualcosa che fanno parte della vita di tutti i giorni. Questo fa sì che nel mondo, come nell’infanzia, non esista distinzione tra realtà e magia. Ponyo incarna questo mondo raccogliendo su di sé gli elementi magici, poiché figlia di una dea, e la vivacità e l’impulsività tipica dei bambini.
Ponyo, come Mei ne Il mio vicino Totoro, rappresenta il bambino allo stato naturale, spinta dalla sua infinita curiosità verso il mondo e dall’intraprendenza che le fa accettare ogni sfida, anche andare contro il volere paterno, pur di stare con Sosuke. Nonostante anche Sosuke sia un bambino di cinque anni, e quindi molto allegro e solare, a differenza della sua coetanea, non è impulsivo, ma riflessivo, infatti ogni sua azione dipende dalla situazione in cui si trova. Questo fa del bambino un piccolo adulto. Così piccolo eppure non solo capace di badare a se stesso, ma anche a Ponyo. Infatti dopo l’inondazione sarà lui a guidare la barca con cui andranno a cercare Risa.
Ponyo sulla scogliera è un omaggio all’infanzia, un film sulla maturazione interiore.
Come molti film precedenti di Miyazaki anche Ponyo sulla scogliera è un omaggio all’infanzia, vista come difesa di speranza e di saggezza contro il mondo degli adulti. Come Il mio vicino Totoro e La città incantata anche questo anime del Maestro dell’animazione è un film sulla maturazione interiore, sul passaggio dall’infanzia all’età adulta, rappresentato dalla graduale uscita di Ponyo dall’universo della magia, che coincide con la scoperta di un mondo nuovo e di un amore con cui crescere.