Se c’è un merito che certamente non può essere negato a BAO publishing è quello di aver distribuito in Italia tantissimi titoli internazionali di grande pregio ma ancor più quello di aver portato alla luce delle vere perle del panorama italiano concedendo loro un degno trampolino lancio fatto di marketing minuzioso e di qualità.
Il Porto Proibito è certamente tra le perle più brillanti del panorama fumettistico italiano: vi prenderà il cuore a morsi, poi gli farà le carezze.
Il volume stato ufficialmente rilasciato qualche giorno fa (l’8 maggio) ma è stato reso disponibile in anteprima al Comicon di Napoli dove ho avuto la fortuna non solo di accaparrarmelo, ma anche quella di scambiare qualche parola con disponibilissimi autori Teresa Radice e Stefano Turconi.
Alla fine de “Il Porto Proibito” si presentano così:
Teresa e Stefano nascono entrambi nella Grande Pianura, a metà degli anni ’70… ma si incontrano solo nel 2004, grazie a un topo con le orecchie a padella e a una pistola spara – ventose.
Lei, per vivere, scrive storie; lui le disegna. Si piacciono da subito, si spostano l’anno seguente. [La loro prima storia insieme risale al 2003, quando non si conoscevano ancora. Il titolo? “Legame Invisibile”. #Gomblotto nda].
Scoprendosi a vicenda viaggiatori curiosi, lettori onnivori e sognatori indomabili, partono alla scoperta di un bel po’ di mondo, zaino e scarponi.
Dal camminare insieme al raccontare insieme il passo è breve.
Le prime avventure a quattro mani sono per le pagine del settimanale Disney “Topolino” […] e l’adattamento topesco de L’Isola del Tesoro di R.L.Stevenson.
Nel 2011 si stabiliscono nella Casa Senza Nord – a 10 minuti di bici dalle Fattorie, a 20 minuti a piedi dal Bosco, a mezz’ora di treno dal Lago – e piantano i loro primi alberi.
Nel loro Covo Creativo, i cassetti senza fondo straripano di progetti: cosa da fare, posti da vedere, facce da incontrare. Nel 2013 esce Viola Giramondo (Tipitondi Tunué, Premio Boscarato 2014 come miglior fumetto per bambini/ragazzi, pubblicato in Francia da Dargaud).
I frutti più originali della loro ormai decennale collaborazione hanno gli occhi grandi e la testa già piena di storie.
I loro nomi sono Viola e Michele.
Sarebbe probabilmente impossibile descrivere meglio di così la sensazione di palpabile sintonia che si percepisce parlando con loro, una complicità tale da trasparire chiaramente dalle loro pagine dove le parole e i disegni si accordano alla perfezione al punto da apparire come frutto di una sola mano, di una sola mente ma soprattutto di un solo cuore.
Anticiparvi qualcosa della trama sarebbe un delitto: Bao publishing ha classificato la storia sotto il genere “Ballata per vecchi marinai”. E di questo si tratta. Una storia di mare e di amore, piena di intrighi, misteri e luoghi suggestivi.
Nell’estate del 1807, una nave della marina di Sua Maestà recupera al largo del Siam un giovane naufrago, Abel, che di sé ricorda soltanto il nome. Diventa ben presto amico del primo ufficiale, facente funzioni di capitano perché il comandante della nave è, a quanto pare, scappato dopo essersi appropriato dei valori presenti a bordo.
Abel torna in Inghilterra con l’Explorer, e trova alloggio presso la locanda gestita dalle tre figlie del capitano fuggiasco. Ben prima che gli possa tornare la memoria, però, scoprirà qualcosa di profondamente inquietante su di sé, e comprenderà la vera natura di alcune delle persone che lo hanno aiutato.
La sinossi presente sul sito della casa editrice non rende giustizia alla ricchezza della trama: il duo Radice – Turconi è riuscito nell’ardua impresa di architettare una storia che da un lato rispetta tutti i sacri crismi del “canone” dei grandi racconti d’avventura dell’ottocento e dall’altro risulta assolutamente originale e fresca.
Hanno creato una storia umana nella più tenera ed amara delle sue accezioni, piena di sentimenti puri e reali, mai stucchevoli, mai preconfezionati, descritti con un tatto e con un’abilità da lasciare senza fiato e con gli occhi lucidi.
La loro sensibilità vi graffierà l’anima, con tenerezza.
Siamo di fronte ad uno dei casi più eclatanti dove graphic novel e letteratura si sfiorano nel tentativo di fondersi, un importante traguardo per il fumetto italiano.
Il Porto Proibito vi farà innamorare tante volte, di quell’amore ingenuo, commovente ed un po’ bambinesco: vi innamorerete dei paesaggi, del mare, delle vecchie canzoni dei marinai; riscoprirete tanti piccoli frammenti di letteratura, musica e poesia (compagni imprescindibili di questo viaggio saranno Coleridge, Blake e Wordsworth); vi innamorerete dei personaggi (in coda vi lascio qualche scheda illustrata), caratterizzati con tanta di quella cura e dedizione che vi troverete a desiderare che le pagine non finiscano mai; vi innamorerete dei disegni a matita, dal tratto morbido e avvolgente ed ancora del mare.
Vi sentirete coccolati come non lo eravate probabilmente dalle coperte Blankets (si, addirittura) ma sta volta si tratterà del tepore di un abbraccio, umido delle lacrime di due amanti costretti a separarsi nella speranza di potersi incontrare di nuovo, un giorno – il prima possibile.
Il volume trasuda tanto impegno, ricerca, studio, dedizione e passione: sul loro blog gli autori rispondono ancora meglio di qualunque intervista a “cosa ci sia nel Porto”:
Quarzo, grafite, carta (tanta), pietre dure tibetane comprate la sera del 31 maggio, un concerto degli Altan sotto il diluvio, mozziconi di matite in bottiglie del latte, lacrime (q.b.)…” […]
Follia (più di un pizzico!), attese, un vecchio cappello da carabiniere trasformato in copricapo da ufficiale di Marina inglese, attrezzi vari, dita incollate, carta assorbente (a rotoli), vaschetta di plastica con tintura, corda (km), pazienza (a vagonate), impazienza (altrettanta: “Papà, ma quando metti le vele??”), bozzelli, bigotte, boccaporti e mille altri dettagli non necessariamente inizianti con la “b” […]
In fiera mi hanno confidato che, dopo aver scritto il post, si sono accordi di aver lasciato fuori dalla lista tantissime cose! Il resto (altamente consigliato) lo trovate qui.
Non siete ancora convinti? Parliamo dell’edizione: un volume cartonato che riproduce le fattezze dei libri d’avventura ottocenteschi, uno di quelli avreste potuto tranquillamente trovare nella cabina di un capitano. Con tanto di mappa.
Alla fine del volume una ghiotta sezione di approfondimenti che rivela da dove vengano i versi citati nella storia, i titoli delle vecchie canzoni e dei brani che vengono suonati nonché l’elenco dei pezzi che hanno ispirato gli autori durante la composizione ed ovviamente i ringraziamenti.
Inutile aggiungere che “Il Porto Proibito” vale ogni singolo euro di spesa (che non è nemmeno così salata considerate le 312 pagine che ci si porta a casa).
Come concludere se non citando la loro dedica:
Salta a bordo e spiega le vele! Poi facci sapere com’è andato il viaggio!
- Il Porto Proibito (amazon.it)
- Preview “Il Porto Proibito” (issuu.com)
- Alcune schede dei personaggi: Abel, Rebecca, William, Capitano Nathan McLeod, Helen, Heather, Harriet.
- Alcune schede dei luoghi: Pillar to Post, Albatross Inn
- Per approfondimenti, curiosare nel blog degli autori: la Casa senza Nord. Da qui vengono gran parte delle immagini di quest’articolo.