Prima le donne e poi i bambini! e siate inglesi.
Il Capitano Edward John Smith
Ci siamo messi gli abiti migliori e affonderemo come gentiluomini.
Benjamin Guggenheim
Un secolo fa affondò il Titanic: mi sembra doveroso ricordare uno delle catastrofi più grandi del 20° secolo.
Frasi celebri per una catastrofe celebre
Le due frasi sopracitate, sono le più famose che quella maledetta notte vennero pronunciate da qualcuno sullo sfortunato transatlantico e, che negli anni a seguire, vennero più ricordate. Per non “sporcare” l’articolo con una quantità eccessiva di quote, riporto altri estratti da libri che raccontano alcuni episodi di quella notte. Leggeteli, credo che ne valga veramente la pena.
– Geoffrey Jules Marcus, Il viaggio inaugurale del Titanic
– Testimonianza di un passeggero del Titanic di Prima Classe
– Eva Hart riguardo l’orchestra del Titanic. Tutti i suoi musicisti morirono nel naufragio
– Il colonnello Grace, La verità sul Titanic
12 Aprile 1912 / 12 Aprile 2012
Questo articolo non vi vuole informare sulle attività/iniziative che si svolgono nel mondo in questo giorno per ricordare quello sfortunato giorno di un secolo fa. Per tutto il resto questo c’è Google.
Mentre scrivo queste righe sono le 18:54 di sabato 14 Aprile 2012. 100 anni fa, da qualche parte nella parte Nord dell’Oceano Atlantico, la nave inaffondabile procedeva alla sua velocità massima: 23 nodi. Il Capitano Smith, e l’amministratore delegato della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, avevano deciso insieme di far cantare i motori del Titanic per arrivare alla Grande Mela con un giorno di anticipo, stupendo tutti quanti. Con ogni probabilità, credo che, esattamente 100 anni fa, i pensieri di questi due uomini erano albergati da grandi celebrazioni e gloria a volontà se fossero riusciti nell’impresa. Dovevano essere eccitati come due scolaretti.
Nel frattempo, Gentiluomini e Madame della Prima Classe si preparavano nelle proprie lussuose cabine per l’elegante serata ormai imminente.
Uomini, donne e bambini, della terza classe alloggiavano nelle proprie misere stanze dotate di 2 letti a castello, nelle viscere del mastodontico Mostro d’Acciaio.
Ancora più in profondità, nelle imponenti sali macchine del Titanic, decine di uomini buttavano tonnellate di carbone nelle fornaci del mostro, alimentando i suoi motori e muovendo le mastodondiche eliche del Titanic.
Certi macchinisti chiamarono, questa parte della nave, “l’Inferno del Paradiso”.
Altri passeggeri del Titanic, a prescindere dalla loro classe di appartenenza, passeggiavano sul maestoso ponte della nave; e, forse, usando un po’ d’immaginazione, è possibile che stessero guardando il tramonto su quel mare “liscio come uno specchio” (secondo le testimonianze).
Qualcuno di noi, in nome di tutti i Nerd che non escono il Sabato sera, leggerà questo articolo intorno alle 23:40. Se ciò accadrà, sappiate che in quegli istanti, 100 anni fa, il Titanic entrò in collisione con un iceberg (vedi foto) la cui parte emersa era alta 30m (270m quella immersa e non visibile).
L’impatto, alla velocità di circa 20,5 nodi, squarciò il fianco destro della nave inaffondabile, permettendo all’acqua di entrare in 5 compartimenti stagni.
Troppi.
Il Titanic era stato progettato affinchè potesse sopportare l’allagamento di 4 comportamento stagni: la nave era perduta.
Non pensai, e nessuno lo pensò in quel momento, che il Titanic avrebbe potuto affondare.
Uno dei fuochisti della sala macchine.
La dinamica, bene o male, la sappiamo un pò tutti quanti: l’inarrestabile allagamento delle camere stagne di prua della nave provocò il suo lento inabissamento. Di conseguenza, la poppa inizio ad emergere dall’acqua.
Problema: stiamo parlando di una poppa da migliaia di tonnellate, creando un gigantesco effetto leva con il centro dello scafo della nave. Problema ancora più grosso: ovviamente, esso non era stato progettato per reggere un simile sforzo.
Conseguenze: lo scafo si spezza al suo centro, la prua inizia ad inabissarsi nelle profondità dell’oceano, trascinando con se la poppa. Essa inizia ad inclinarsi ad una velocità impressionante, raggiungendo un inclinazione molto vicina a quella di 90°. La prua, finalmente, si stacca e inizia la sua corsa verso le profondità. Infine, la poppa, anch’essa, rimanendo nella sua posizione verticale, si inabissa.
Sono le 2:20 del 15 aprile 1912. Il Titanic è definitivamente affondato. Sono già morte centinaia di persone. Per la maggior parte sono della terza classe, le quali, per molto tempo, sono state confinate dall’equipaggio ai piani bassi della nave, per permettere ai passeggeri di Prima Classe di salire sulle scialuppe.
Ma l’ultimo ordine del capitano (“prima le donne e poi i bambini”) ha condannato anche la sorte di molti uomini, essendo mal interpretato: infatti l’equipaggio non solo dava priorità al gentil sesso e agli infanti, ma impediva categoricamente di salire sulle scialuppe a qualunque uomo, a prescindere dalla sua classe. Colpi di arma da fuoco sono stati sparati in quel cielo buio per intimorire la folla nel panico. Il panico, con il passare del tempo, inarrestabile, cresce.
Le scialuppe, per la maggior parte semivuote, vengono calate e si allontano dal gigante morente. Se fossero state riempite del tutto avrebbero salvato 1500 anime. I passeggeri del Titanic erano circa 2200.
Infine, voi Nerds che leggete, in una remotissima possibilità, queste righe alle 8 di mattina del 15 Aprile del 2012, sappiate che solo a quest’ora di un secolo fa arrivò la prima nave in soccorso per i naufraghi nelle scialuppe, la Carpathia .
Quasi tutti i passeggeri che galleggiavano in quelle gelide acque, riuscirono a sopravvivere per soli 10 minuti dall’entrata in acqua. Quasi nessuno di loro si salvò. Secondo alcune testimonianze dei primi soccorritori, una distesa di corpi dalla pelle bianca si stendeva fin dove l’occhio poteva guardare.
I morti, i sopravissuti
Per quanto cinica possa essere questa mia affermazione, niente può riassumere meglio di questa tabella presenta sulla pagina di Wikipedia del Titanic la perdite tra i passeggeri.
Ora, miei cari Nerdaioli, sono le 20:27. 100 anni fa, da qualche parte nel Nord Atlantico, nella nave più bella e grande che mano umana avesse mai creato, migliaia di persone cenavano, bevano, cantavano e persino (in terza classe) si ballava.
Nessuno di loro poteva immaginarsi che il sogno si sarebbe trasformato in storia da lì a poche ore.
Concludo l’articolo con una citazione di Massimo Polidoro in Grandi misteri della storia:
[quote]L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della Belle époque. Come per la caduta dell’Impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all’abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia[/quote]