[image]https://leganerd.com/wp-content/uploads/LEGANERD_040469.jpeg[/image]

Sulla scia della nostra esplorazione a Veneland e della nostra passione per i luoghi abbandonati, decidiamo una decina di giorni dopo di spingerci al lido di Venezia, per avventurarci nell’ “Ospedale al mare” chiuso nel 2003 per motivi amministrativi.
Il 2 ottobre 2003 è un triste giorno per i lidensi: le numerose proteste (sciopero della fame e falò) di coraggiosi cittadini non sono bastate per evitare la chiusura dell’Ospedale al Mare al Lido di Venezia.

Nonostante il presidio da parte dell’Associazione “Viversani a Venezia” condito di falò e tentativo di catena umana, lo svuotamento dell’Ospedale al Mare è avvenuto grazie all’ausilio della Polizia e dei Vigili del fuoco.

I Giornalisti “ridono” dello scarso numero di partecipanti (una quindicina di persone), purtroppo non è stato possibile organizzare una manifestazione massiccia a causa del totale disinteresse dei politici.

Manifestazione con centinaia di dimostranti-mercenari possono essere organizzate solo dai partiti politici, purtroppo per il Lido e per Venezia i politici (mestrini) sono ben contenti se vengono chiuse attività Veneziane.

Purtroppo il vergognoso disegno dei politici di terraferma è avanzato: chiusura delle strutture Veneziane per poter finanziare l’inutile nuovo ospedale di Mestre.

La Storia

L’Ospedale al Mare, costruito nel 1933 con Decreto Regio, inizialmente assunse il ruolo di struttura elioterapica particolarmente adatta in una realtà come il Lido, sei anni più tardi, venne riconosciuto “ospedale specializzato di 1a Categoria”.

Negli anni crebbe di valore ed importanza, ed arrivo ad occupare 1500 persone tra personale medico e tecnico, i degenti provenivano un po’ da tutta italia e anche dal’estero.
La decadenza iniziò a Fine anni 70′ con la Chiusura dei reparti nell’isola di Poveglia e con il trasferimento della direzione sanitaria dal Lido.

Un ulteriore inpennata ci fu nel 1998 con il progressivo smantellamento del monoblocco.

Abbandonato quindi da una decina d’anni, il luogo ci incuriosiva non poco… L’ingresso, anche qui meno difficoltoso del previsto, si è ridotto semplicemente a varcare un cancello aperto, tutti gli stabili sono aperti, vi si può entrare liberamente, durante le tre ore in cui abbiamo vagato per le varie strutture nessuno ci ha notati.

Personalmente mi ha colpito molto “l’italianità” con cui è stato effettuato lo sgombero della struttura, trovandomi per lavoro a dover far firmare liberatorie sulla privacy giornalmente, il trovare cartelle cliniche in bella vista con dati personali, residenza e anamnesi complete di persone che con tutta probabilità sono ancora vive e vegete mi ha fatto sorridere… Per non parlare delle provette di sangue con sopra l’etichetta con nome e cognome del paziente corrispondente… Anche in questo caso credo che le foto più delle parole possano rendere l’idea della atmosfera, quindi vi lascio alla gallery, ringraziando eagle1 per la pazienza e la disponibilità.

Un’ultima nota: all’uscita dalla struttura siamo stati fermati da una guardia giurata che ci ha trattenuti e ci ha “fatto cancellare la foto”, vista la natura degli edifici e il contenuto, cosa che ci ha fatto nuovamente sorridere visto quanto dicevo sopra… Trasmettendo i nostri dati alla “centrale” ha fatto un esilarante spelling dei nostri cognomi, alcune delle chicche “A come anatra” “S come Salsa” “O come orso”, e poi (deve farti sentire molto solo fare otto ore di guardia al giorno ad una struttura abbandonata) ci ha chiesto cosa facessimo la sera…

Le foto, fortunatamente sono sopravvissute

Fonte