Il cervello magenta

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Il colorante magenta fu messo a punto nel 1859 da Emanuel Verguin ossidando l’anilina grezza con cloruro stannico. Il nome deriva dalla battaglia di Magenta, alludendo al sangue che vi fu sparso.
La differenza tra il magenta ed il porpora è la quantità di rosso/blu nella formazione del colore.
Una variante del magenta è il fucsia che prende il nome dai fiori dello stesso colore, che ricevettero il nome da Leonhart Fuchs.

Il Magenta non esiste eppure sono anche riusciti a brevettarlo!

Comunque, ecco un articoletto a suffragio di questa affermazione:

Un fascio di luce bianca è composto di tutti i colori dello spettro. La gamma va dal rosso al viola, con l’arancio, giallo, verde e blu in mezzo. Ma c’è un colore che si distingue per la sua assenza.

Il rosa (o magenta, utilizzando il suo nome ufficiale), semplicemente non c’è. Ma se il rosa non è nello spettro della luce, come mai lo si può vedere?

Nell’approfondimento viene suggerito un semplice esperimento:

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Ecco un esperimento che si può provare: guardate il cerchio rosa di seguito per circa un minuto, poi guardate oltre al bianco spazio vuoto accanto all’immagine. Che cosa vedete? Dovreste vedere un’immagine residua. Di che colore è?

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Ecco (rigorosamente in spoiler) il risultato dell’esperimento:
[spoiler]Dovreste vedere una traccia verde, ma perché è così importante?[/spoiler]
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L’immagine residua mostra sempre il colore che è complementare al colore dell’immagine. I colori complementari sono quelli che sono esattamente opposti nel modo in cui l’occhio li percepisce.

Si tratta di un malinteso comune che il rosso sia complementare al verde. Tuttavia, se si tenta l’esperimento come sopra, con una immagine rossa, vedrete una traccia residua turchese, dal momento che il rosso è effettivamente complementare al turchese. Allo stesso modo, l’arancio è complementare al blu e il giallo al viola.

Tutti i colori dello spettro della luce hanno complementi che esistono all’interno della gamma – ad eccezione del verde. Sembra che ci sia un qualche tipo di squilibrio. Che cosa sta succedendo? Il colore verde è in qualche modo discriminato?

Lo spettro di luce è costituita da una gamma di lunghezze d’onda della radiazione elettromagnetica. La luce rossa ha la lunghezza d’onda maggiore; il viola quella minore. I colori nel mezzo hanno lunghezze d’onda comprese tra quelle dei viola e del rosso.

Quando i nostri occhi vedono i colori, stanno in realtà rilevando la diversa lunghezza d’onda della luce che colpisce la retina. I colori si distinguono per la loro lunghezza d’onda, e il cervello elabora le informazioni e produce un effetto visivo che noi sperimentiamo come colore.

Questo significa che i colori esistono realmente solo all’interno del cervello – la luce è infatti in viaggio dagli oggetti ai nostri occhi, e ogni oggetto potrebbe trasmettere/riflettere un diverso insieme di lunghezze d’onda della luce, ma ciò che definisce sostanzialmente il ‘colore’ in corrispondenza alla ‘lunghezza d’onda’ è creato all’interno del cervello.

Se l’occhio riceve luce composta da più di una lunghezza d’onda, il colore generato nel cervello è costituito dalla somma delle risposte di ingresso sulla retina. Ad esempio, se la luce rossa e la luce verde vanno a colpire l’occhio contemporaneamente, il colore risultante prodotto dal cervello è di colore giallo, il colore a metà strada tra il rosso ed il verde nello spettro.

Quindi cosa fa il cervello quando i nostri occhi rilevano le lunghezze d’onda di entrambe le estremità dello spettro luminoso contemporaneamente (cioè rosso e viola)? In generale, ha due opzioni per l’interpretazione dei dati di input:

a) Somma delle risposte input per produrre un colore a metà strada tra il rosso e violetto nello spettro (che in questo caso produrre verde – non è un colore molto rappresentativo di un mix di rosso e viola)
b) Inventa un nuovo colore a metà strada tra il rosso e il viola

Il magenta è la prova che il cervello prende opzione b – che apparentemente ha costruito un colore per colmare il divario tra il rosso e il viola, perché tale colore non esiste nello spettro visibile. Magenta non ha lunghezza d’onda naturale, a differenza di tutti i colori dello spettro altri.

Nell’approfondimento una piccolo curiosità:
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Avete mai fatto caso che non ci sono frutti magenta? Probabile che la natura lo eviti come colore proprio perchè non tutti i cervelli lo sanno vedere e allora addio spargimento di semi…NdMiklide[/more]

Lo spettro luminoso ha un colore mancante perché non sente il bisogno di ‘chiudere il ciclo’ a differenza del nostro cervello. Abbiamo bisogno di colore per dare un senso al mondo, ma ugualmente abbiamo bisogno di dare un senso del colore, anche se ciò significa prendere due estremi dello spettro e riunirli.

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Isaac Newton aveva notato che il magenta non esisteva nello spettro dei colori dalla luce bianca quando giocava con i prismi. Ma quando ha sovrapposto la parte rossa dello spettro al fine blu, vide il colore magenta (questo può essere fatto con due prismi):

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Il magenta è l’unico colore che non esiste come una singola lunghezza d’onda della luce. Alcuni suggeriscono che il marrone esista solo come una miscela di lunghezze d’onda. Ma i “marroni” sono toni scuri del rosso e del giallo alcuni morroni possono essere generati da una lunghezza d’onda a bassa intensità singolo di rosso. Ad esempio 133:0:0 nel sistema RGB è una tonalità di marrone (chiamato marrone).

Fonte
Via :bazinga: di Miklide

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