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Dufour: l’ingegnere che mantenne unita la Svizzera

La Svizzera è una nazione talmente atipica rispetto al contesto geografico e politico che la circonda da ispirare spesso una naturale curiosità. Va da sé che tale condizione ha portato nel tempo ad una forte stereotipizzazione del modo in cui gli stranieri immaginano la Confederazione Elvetica.

Chi dice “Svizzera” pensa spesso a immagini come montagne innevate, prati verdeggianti, orologi, cioccolato, etc. Al di là del sentire comune, è un dato di fatto che questo Paese ad oggi risulta essere uno dei più evoluti dal punto di vista democratico, economico e sociale.

La politica neutrale ha inoltre garantito un lungo periodo di pace alla nazione, periodo che può dirsi iniziato con la conclusione della Guerra del Sonderbund, ultimo vero conflitto combattuto in suolo svizzero.

Qualche lettore potrà stupirsi nell’apprendere che si trattò di una vera e propria guerra civile e che venne vinta da… un ingegnere. Ed è proprio dell’ingegnere, generale e cofondatore della Croce Rossa Guillaume Henri Dufour di cui parleremo in questo articolo, analizzando anche il periodo storico in cui visse.

La formazione ingegneristica e militare

Guillaume Henri Dufour nacque a Costanza nel 1787 da genitori ginevrini. Quando aveva solo due anni, tutta la famiglia tornò a vivere a Ginevra. Da adolescente il giovane Guillaume si dimostra uno scolaro non particolarmente brillante ma con la passione per il disegno. Col tempo comincia però ad interessarsi alla matematica e alla fisica, quindi studia prima all’Ecole polytechnique di Parigi e poi all’École supérieure d’application du génie di Metz. È qui che apprende le nozioni che lo formeranno come ingegnere civile. In questo periodo Ginevra fa parte della Francia, quindi nel 1811 decide di arruolarsi nell’esercito francese.

Diventa ufficiale del Genio nell’esercito napoleonico, specializzandosi nella costruzione di fortificazioni (che vengono tutt’oggi chiamate fortificazioni Dufour)

Guillaume Henri Dufour

Nel 1815 Ginevra entra a far parte della Confederazione Elvetica costituendo il cantone omonimo. Dufour diventerà a tutti gli effetti svizzero solo un anno dopo. Durante il servizio nell’esercito di Napoleone, Dufour ottiene una solida formazione militare, a tal punto che nel 1819 è tra i fondatori della prima scuola militare federale di Thun, diventandone anche il direttore.

Fra i molti ufficiali che si formeranno nella scuola di Thun ci sarà anche il nipote di Napoleone Bonaparte, colui che sarebbe diventato Napoleone III e di cui Dufour sarà insegnante.

In questo periodo si fa largo nel suo animo lo spirito di appartenenza alla Confederazione. Inizia ad impegnarsi per la creazione di un esercito nazionale, dotato di un’unica uniforme e una sola bandiera, risultato che otterrà solo molti anni dopo. In quel periodo infatti ogni cantone possedeva la propria milizia, ognuno con la propria bandiera cantonale.

Le strategie militari di Dufour si basano su un principio particolare per un uomo che si occupa della cosiddetta “arte della guerra”. Egli era infatti convinto che per vincere un conflitto fosse necessario esibire la propria forza militare al fine però di non doverla poi utilizzare: secondo Dufour lo scopo finale di un conflitto non è l’annientamento del nemico, bensì il costringerlo a porsi sulla difensiva, fino ad indurlo alla resa.

In qualità di ingegnere civile, Dufour si rivela essere un vero e proprio visionario. Realizza molte opere all’avanguardia e si specializza soprattutto nella costruzione di ponti. Il ponte pedonale di Saint-Antoine, dotato di una struttura sospesa e permanente, diventa il primo in Europa. Realizzato nel 1823, esso era costituito da due campate di ben 40 metri l’una. Partecipa anche attivamente allo sviluppo della ferrovia nella tratta Lione-Ginevra.

La passerella pedonale di Saint-Antoine

L’inizio dei tumulti in Svizzera

Nel 1830 a Parigi scoppiano insurrezioni contro il potere monarchico. Il vento rivoluzionario si diffonde anche in Svizzera, a tal punto che molti cantoni decidono di adottare una Costituzione cantonale di tipo liberale. Guidati da James Fazy, i radicali di Ginevra si battono per vedere istaurata la democrazia.

Dufour è un volto ormai noto anche nel panorama politico grazie ai continui e innovativi progetti di rinnovamento urbano che propone per la città, in qualità di responsabile dell’urbanistica e delle fortificazioni di Ginevra. Una volta scoppiate le rivolte, il governo conservatore chiede a Dufour di sedarle mediante l’esercito. Egli è contrario ad un’azione militare, ma comprende che l’alternativa è lasciare la città nell’anarchia.

Dufour chiede che si negozi con le forze radicali, ma alla fine Ginevra cade in mano ai rivoluzionari.

In seguito a tali eventi la classe politica subisce un rinnovamento, rendendo il cantone di fatto liberale. La popolarità di Dufour diminuisce in quanto considerato legato all’azione repressiva intrapresa dal governo in carica all’epoca.

La creazione della Carte Dufour

Dufour decide di ritirarsi dall’ambiente politico, tornando a dedicarsi alla professione che più lo appassiona, l’ingegneria. È in questo momento della propria vita che inizia ad impegnarsi ad un progetto molto ambizioso: la redazione della prima carta topografica della Svizzera, la Carte Dufour, basata su misurazioni di precisione ed in scala 1:100.000.

Riesce a convincere i cantoni che una simile mappa è importante anche ai fini militari, ottenendo i finanziamenti necessari. La realizzazione non sarà comunque facile: Dufour in persona ed i suoi collaboratori gireranno la Svizzera effettuando misurazioni topografiche nei posti più impervi della nazione.

Particolare della Carte Dufour

Particolare della Carte Dufour

Quando i finanziamenti cantonali finiscono, Dufour dimostra di credere così tanto nel progetto da decidere di pagare di tasca propria il suo personale. L’opera che otterrà sarà d’esempio per tutta l’Europa.

Dufour divenne inoltre il fondatore e primo direttore dell’Ufficio topografico federale, che fondò a Ginevra nel 1838. In onore dell’impresa realizzata dall’ingegnere, la vetta più alta della Svizzera venne ribattezzata Punta Dufour.

La Punta Dufour

Gli scontri fra conservatori e liberali

Nel frattempo, in questo periodo fa la sua ascesa Josef Leu, un lucernese di umili origini che pian piano assumerà la guida dei conservatori di stampo cattolico. Il successo è tale che nel 1841 a Lucerna viene addirittura accettata una Costituzione che concede il diritto di voto ai soli cattolici.

In tutta risposta il governo di stampo liberale di Argovia fa chiudere tutti i conventi accusando monaci e suore di istigare la popolazione contro l’ordine statale. Queste categorie ecclesiastiche vengono cacciate, obbligando la Dieta (la massima autorità federale, costituita dai rappresentanti dei cantoni) ad intervenire sulla questione. Viene presa la decisione di riaprire almeno i conventi ospitanti le suore. I lucernesi da parte loro fanno insegnare nelle loro scuole i gesuiti, incontrando il parere contrario dei liberali.

Nel 1844 un insieme di bande armate illegali di liberali, i cosiddetti Corpi Franchi guidati da Ulrich Ochsenbein, danno il via ad una serie di attacchi ai cantoni cattolici della Svizzera centrale, seguiti da scontri violenti. Viene persino condotto un vero proprio raid su Lucerna che fallirà, causando attorno ai 120 morti.

All’innalzamento della tensione contribuisce la perdita della guida dei conservatori:Leu viene assassinato nel pieno della notte da un contadino cattolico indigente che spera di ottenere una ricompensa dai liberali, ottenendo solo l’impiccagione. I conservatori hanno ora il loro martire. È ormai evidente a tutti che la situazione sta precipitando.

Sebbene si possa essere portati a pensare che le problematiche nascenti in questo periodo siano dovute a questioni di natura religiosa, la realtà è che i conflitti risultano essere intrisi da ideali di natura fondamentalmente politica: i liberali desiderano un forte governo centrale con una Costituzione nazionale, i conservatori vogliono invece una maggiore indipendenza cantonale. Sotto questo aspetto, i motivi dello scontro che ne seguirà ricordano in parte quelli della guerra di secessione americana.

La nascita del Sonderbund

Constantin Siegwart-Müller succede a Leu nella guida dei conservatori. Viene quindi fondata un’alleanza segreta fra 8 cantoni cattolici (ovvero Uri, Svitto, Lucerna, Nidvaldo, Obvaldo, Zugo, Vallese e Friburgo), il Sonderbund (traducibile dal tedesco con l’espressione “lega separata“). La segretezza dura però molto poco e la notizia arriva alle orecchie della Dieta, presieduta ora da Ochsenbein. Viene richiesto lo scioglimento immediato del Sonderbund ma i conservatori ricordano che nessun patto federale ne vieta l’esistenza. La Dieta vota una mozione per lo scioglimento della coalizione, approvata dalla maggioranza dei cantoni ma respinta dai cantoni separatisti.

Nonostante i tentativi diplomatici, i cantoni del Sonderbund si armano in vista dell’ormai imminente guerra civile, appoggiati (almeno sulla carta) dai sovrani europei cattolici.

La Dieta è costretta a reagire, nominando Dufour generale in capo dell’esercito.

Sebbene contrario al conflitto, Dufour accetta l’incarico in ottemperanza dei propri doveri di soldato. Pone però alcune condizioni: vuole poter scegliere liberamente gli ufficiali, basando tale scelta sulle capacità militari e non sulla confessione religiosa; chiede inoltre che gli venga lasciata carta bianca sull’organizzazione delle truppe e sulle strategie di guerra da adottare, rendendo chiaro sin da subito che ogni sua azione militare sarà volta a garantire il minimo dispendio di vite umane, anche nell’ottica che l’imminente conflitto sarà combattuto fra cittadini della medesima Patria.

L’inizio della guerra civile

Vi chiedo di servire la Patria anche al costo del vostro sangue. Sopporterete pazientemente la fame e il freddo. Il Paese vi sta chiedendo di fare delle vittime, ma io metto sotto la vostra protezione i bambini, le donne, i vecchi, i rappresentanti del clero. Chi alza la mano su degli esseri indifesi si disonora e tradisce la sua bandiera e sarà severamente punito.

Dagli ordini del Gen. Dufour all’esercito federale

È bene ricordare che l’esercito di Dufour non è un esercito “di fazione”: è infatti costituito da protestanti e cattolici, radicali e liberali, tutti uniti per la medesima causa, ovvero il mantenimento dell’unità nazionale in contrasto con l’azione separatrice intrapresa dal Sonderbund. Sarà questa la prima vera occasione in cui l’esercito svizzero adotterà la croce bianca su sfondo rosso come bandiera di riferimento.

La prima fase di quella che verrà poi ricordata come Guerra del Sonderbund, è caratterizzata da alcune vittorie dei cantoni conservatori. Per far fronte a tale situazione, Dufour attua una strategia molto semplice.

Considerando che i cantoni costituenti il Sonderbund sono geograficamente collegati fra loro ad esclusione del canton Friburgo, il generale decide di far partire l’attacco proprio da quest’ultimo cantone, nella speranza di indebolire l’alleanza nemica.

Cartina con i fronti della Guerra del Sonderbund e i principali scontri

La campagna di Friburgo

Le truppe della Dieta, forti di venticinquemila soldati, vengono posizionate attorno alla città di Friburgo, in attesa dell’ordine di attaccare, mentre le forze friburghesi sono in minoranza, contando solo quindicimila uomini.

Dal proprio quartier generale, Dufour non si esime dal minacciare i propri generali di mandarli alla corte marziale nel caso decidessero di far partire l’attacco senza il suo consenso. Dufour decide quindi di mandare un messaggero nella città, attraverso il quale rende nota la potenza militare del proprio esercito: fornisce tutti i dati sull’entità delle forze a propria disposizione, numero di uomini e tipo e quantità di armamenti.

I suoi ufficiali rimangono sbigottiti da tale condotta: sanno che in guerra l’effetto sorpresa è fondamentale, rendere note quelle informazioni può permettere al nemico di organizzarsi meglio per far fronte alla battaglia.

Nonostante ciò, Dufour è convinto della validità della propria tattica. Non verrà smentito: dopo qualche giorno di fremente attesa Friburgo si arrende. La città verrà conquistata senza alcun spargimento di sangue, esattamente secondo i piani del generale.

La campagna di Lucerna e la fine della guerra

Nonostante l’importante vittoria ottenuta, Dufour sa che è necessario agire con celerità. Più il tempo passa, maggiore diventa la possibilità del sopraggiungere dei rinforzi a favore del nemico da parte di una potenza cattolica straniera.

Il secondo obiettivo è Lucerna. Nei dintorni della città si affronteranno decine di migliaia di soldati, ma l’arrivo dei rinforzi federali permette di concludere velocemente quella che verrà chiamata battaglia di Gisikon. Il 22 novembre 1847 la città di Lucerna si arrende, praticamente senza combattere.

I restanti cantoni del Sonderbund depongono uno dopo l’altro le armi.

La battaglia di Gisikon

La guerra civile finisce, dopo appena 26 giorni e con un numero di morti che non supera il centinaio.

Dufour ha ottenuto il suo scopo, riuscire a vincere la guerra senza impartire una grande ferita alla nazione, cosa che permetterà una riappacificazione più veloce e meno problematica.

Siegwart-Müller fugge dalla confederazione con i fondi di guerra del Sonderbund in compagnia di altri capi della coalizione. Essendo stato accusato di alto tradimento, non tornerà mai più in Patria in quanto, nel caso lo facesse, lo attenderebbe la pena di morte.

La nascita dello Stato Federale

Alla fine della guerra viene elaborata una nuova Costituzione nazionale basata su ideali liberali. Con questo passaggio la Svizzera passa dall’essere una Confederazione di Stati ad un vero e proprio Stato Federale (nonostante ancora oggi mantenga il nome ufficiale di “Confederazione Elvetica”). Viene inoltre adottato il suffragio universale maschile e vengono garantite libertà fondamentali come quella di stampa. La bandiera ufficiale della Svizzera diventa quella che tutti conosciamo oggi.

Guillaume Henri Dufour

Guillaume Henri Dufour

Dufour diventa un vero e proprio eroe nazionale, ammirato non solo in Svizzera ma anche in tutta Europa. La sua effige appare ovunque. Si trova persino costretto a rifiutare alcune manifestazioni di gratitudine  eccessivamente apparenti, come il titolo di pacificatore della Svizzera che il Canton Ticino gli vuole conferire, oltre che un grande progetto scultoreo in suo onore.

Cofondatore della Croce Rossa

Successivamente Dufour accetterà con entusiasmo la proposta dell’amico Henry Dunant di creare un’organizzazione che si occupa delle vittime di guerra su entrambi i versanti del fronte. Insieme fonderanno la Croce Rossa Svizzera, il cui simbolo prenderà ispirazione della nuova bandiera nazionale, invertendone semplicemente i colori.

Da qui nascerà un’organizzazione mondiale, il CICR (Comitato Internazionale della Croce Rossa), di cui Dufour sarà il primo presidente e successivamente presidente onorario. Parteciperà a ben 214 dei 227 incontri della Comitato. Rimase sempre molto legato all’associazione e ne fece parte fino alla sua morte, avvenuta nel 1875.

Un dagherrotipo del generale Guillaume Henri Dufour, datato 1850

 

 

 

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