L’alta volatilità delle scommesse di Borsa internettiane sta preoccupando non poco le autorità nostrane, con il caso Gamestonk che ha sollevato attenzioni sul come la Rete possa dare il via a dinamiche capaci di infrangere anche in Italia le regole fissate per contrastare gli abusi di mercato. Non solo, stanno emergendo sempre più piattaforme abusive di trading-online, le quali si direzionano a un pubblico spesso inconsapevole e vulnerabile, inabissandolo di marketing invasivo.
A sostenerlo è la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob), autorità nostrana che sta intensificando sempre più la lotta contro questo genere di insidie digitali, ben consapevole che una soluzione definitiva la si possa identificare solamente attraverso un confronto internazionale.
Sebbene il panorama europeo sia ben più controllato di quello statunitense, le app in stile RobinHood e il cosiddetto “social-herding investing” si muovono in uno spazio particolarmente ambiguo e sollevano nuove questioni che, ancor prima di essere tecniche, sono puramente deontologiche.
Le dinamiche dello sciame tipiche di queste piattaforme social rendono infatti molto complesso il capire se dietro vi siano conflitti di interesse, in più questi servizi prendono di mira i neofiti, trascinandoli all’interno di meccanismi potenzialmente pericolosi grazie a una presentazione leggera delle insidie, nonché a un costo d’accesso molto contenuto, se non del tutto nullo.
A dire della Commissione, il caso Gamestonk avrebbe contribuito non poco a spingere l’Italia ad accendere i riflettori sulla situazione, a cercare di comprendere le complessità che il Paese potrebbe affrontare in futuro, ma anche a combattere le violazioni smaccate che già avviluppano il presente.
Solo pochi giorni fa la Consob segnalava l’ennesimo abbattimento di alcuni siti abusivi di trading, ma il tono di questo nuovo comunicato da a intendere che vi siano ancora molte, moltissime manovre in atto.
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