Epic Games porta avanti la sua battaglia per non pagare le commissioni a Apple, allargandosi fino a coinvolgere la Commissione Europea.
I creatori di Fortnite non si arrendono, dopo aver fatto causa ad App Store e a Google Play negli States, in Australia e nel Regno Unito, ora ci provano anche all’interno dell’UE, sperando di approfittare delle sempre più vivaci indagini sull’antitrust sulle Big Tech.
Ricapitolando velocemente, l’intera sfida nasce dal desiderio di Epic Games di non pagare le commissioni richieste dai due distributori. Una discussione prettamente commerciale che il distributore videoludico ha voluto spostare sulla piazza pubblica, ricevendo riscontri meno entusiasti di quelli che probabilmente si era immaginato.
Epic ha deciso fondamentalmente di stracciare il contratto con Apple e Google, con il risultato che ambo le Big Tech hanno rimosso dai propri canali di distribuzione la versione mobile di Fortnite.
Una conseguenza prevedibile e prevista, che l’azienda videoludica ha cavalcato agganciandosi a una narrazione del Davide-contro-Golia che ha avuto poco seguito, se non altro perché si considera che Epic Games valga circa 17 miliardi di dollari. Niente male per un “underdog” vessato dai giganti del tech.
Quello che è in ballo è il futuro dell’intero universo mobile. Non ce ne staremo fermi, permettendo a Apple di sfruttare la sua piattaforma dominante per controllare quello che dovrebbe essere un campo da gioco digitale accessibile a tutti,
ha sostenuto Tim Sweeney, fondatore e CEO di Epic Games, discutendo della causa presentata alla Commissione.
Curiosamente, la causa che Epic ha avanzato nell’Unione Europea è rivolta esclusivamente a Apple, con l’azienda che si ripromette di muoversi contro Google solamente in un secondo momento. Al fianco della ditta videoludica c’è l’ormai inseparabile Spotify, app musicale che si è inserita a pieno titolo in questa battaglia.
Per la cronaca, Spotify vale 66 miliardi.
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