Un giovane si era tolto la vita fraintendendo il funzionamento di Robinhood, ora la famiglia fa causa all’azienda.

L’applicazione in questione ha permesso ai piccoli investitori di partecipare al mondo di Wall Street, con molti che l’hanno scaricata anche solo per provare a sperimentare l’ebrezza di giocare in Borsa. Per Alex Kearns, tuttavia, l’esperienza si è conclusa drammaticamente e la sua famiglia si prepara a muovere causa.

Il ventenne si era iscritto a Robinhood in età adolescenziale, riversandovi dentro i circa 5.000 dollari accumulati negli anni grazie ai classici regali di famiglia. Ha giocato per diverso tempo, prima di incappare nella delicata “biosfera” delle opzioni d’acquisto.

Quest’estate, in piena notte, ha ricevuto una mail autogenerata dal sistema: risultava in rosso di 750.000 dollari e l’azienda gli esigeva che versasse 170.000 dollari entro pochi giorni.

 

 

Senza avere un numero di riferimento o un call center da contattare, il giovane ha inviato per tre giorni mail in cui chiedeva assistenza o, perlomeno, spiegazioni, quindi si è suicidato. Il quarto giorno, Robinhood gli ha offerto un feedback, confermandogli che la sua situazione economica fosse tranquillamente all’interno della “margin call”.

A seguito del tragico incidente, Robinhood ha promesso di porre modifiche sul funzionamento dell’app, di educare meglio i propri utenti per evitare che simili fraintendimenti possano rovinare qualche altra vita. Ha inoltre donato 250.000 dollari alla fondazione di prevenzione dei suicidi.

Nel pieno dei postumi dell’episodio Gamestonk, questa è solamente una delle tante cause che stanno finendo sulla scrivania dell’azienda, tuttavia il caso di Kearns è forse il più emblematico nell’evidenziare i potenziali contraccolpi legati a un uso inconsapevole delle app di “finanza democratica”.

 

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