The Dead Don’t Die ha aperto il Festival del Cinema di Cannes. Immancabile anche la conferenza alla presenza dello stesso Jim Jarmusch accompagnato dal cast del film.

Da sempre incredibilmente amato da Cannes, Jim Jarmusch ha avuto quest’anno compito e onore di aprire la 72esima edizione del Festival del Cinema di Cannes. Pur non essendo riusciti a rimanere del tutto soddisfatti dal film, The Dead Don’t Die è un grande omaggio al cinema di George Romero in chiave satirica e paradossale, dove lo zombie non è altro che il simbolo di una società sempre più lobotomizzata e schiava dagli schemi imposti dai “più potenti”.

All’interno del cast di Jarmusch compaiono alcuni dei suoi attori feticci, dal suo più storico Bill Murray al più recente Adam Driver che aveva proprio partecipato con il regista a Cannes nel 2016 con il film Paterson, passando per la bravissima Tilda Swinton.

 

The Dead Don't Die

 

Pellicola horror ma non veramente horror, The Dead Don’t Die è una grande metafora sul destino del mondo, della società, ma che si rifà ai grandi classici del genere, portando Jarmusch dal mondo dei vampiri con il poetico Solo Gli Amanti Sopravvivono a quello degli zombie.

Devo essere sincero, non sono mai stato un grande amante e conoscitore del genere horror, ma il cinema di George Romero ha estremamente influenzato il mio modo di fare cinema, in particolar modo La Notte dei morti viventi. Ciò che a me interessava era raccontare lo zombie come metafora; invece, ho notato che in effetti le prime impressioni della stampa vanno ben oltre le mie intenzioni intese come “critica alla società”.

Continuando a parlare di horror, ovviamente il regista mette in evidenza quelle che sono da sempre state le sue preferenze sul genere:

Non sono stato un fan degli zombie, ho amato sempre di più i vampiri, soprattutto Dracula. Sono cresciuto con i mostri dell’Universal. Bisogna anche riflettere sul fatto che prima i mostri come Godzilla o Frankenstein provenivano dal mondo esterno per distruggere l’ordine costituito; George Romero invece ha inaugurato un era di morti provenienti dall’interno di una società vittima di sé stessa.

 

The Dead Don't Die

 

Parlando di zombie, ma soprattutto di vampiri, non può non intervenire in questo momento anche Tilda Swinton, attrice che ha lavorato con il regista proprio sul set di Solo Gli Amanti Sopravvivono.

Jim aveva questa idea in testa già dai giorni di ripresa di Solo Gli Amanti Sopravvivono, avevo però pensato che dopo aver affrontato il mondo dei vampiri sul grande schermo non si sarebbe cimentato in quello degli zombie. Dopo aver letto la sceneggiatura però sono rimasta davvero sorpresa. E dopo averlo visto per la prima volta ieri? La sorpresa è stata ancora più grande.

La stessa Swinton reduce di recente da un vero e proprio film horror con il Suspiria di Luca Guadagnino presentato allo scorso Festival di Venezia.

Ho conosciuto il vero horror con Guadagnino. Non mi ci ero mai approcciata prima.

A differenza di una ben più giovane Selena Gomez che, invece, si dice essere una grande appassionata del genere, merito anche del suo papà che le ha mostrato i grandi cult appartenenti all’horror. Partendo proprio da questa passione, l’attrice e pop star dice:

Cosa fa paura davvero oggi? I social media. I social media, per il mondo dei ragazzi, hanno dei risvolti orribili, proprio perché quest’ultimi non sono capaci di definire un limite tra ciò che può essere mostrato e condivido con gli altri e ciò che, invece, dovrebbe restare privato. Ed è proprio in questo modo che diventano vittime di bullismo e di predatori dell’online. Ormai non possiamo più rendere il web un posto sicuro, ma ciò che possiamo fare è condividere messaggi positivi.

 

The Dead Don't Die

 

E parlando di messaggi positivi, The Dead Don’t Die è uno zombie movie dal risvolto ecologico, perché secondo il film solo abbracciare la natura e privarsi quindi dei beni più superficiali, estraniandosi dalla città, potrebbe permettere davvero alla società di potersi salvare e redimersi. E la critica di Jarmusch parte proprio da qui e dalla sua riflessione nei confronti di come ci stiamo comportando nei confronti delle nostra stessa terra; della mancanza di rispetto riservata al luogo chiamato “casa”.

Siamo sul punto di vedere il nostro clima in grave pericolo e sono terrorizzato, terrorizzato di vedere il nostro mondo sparire. Noi siamo in pericolo!

Non sto cercando di dire a nessuno cosa fare o cosa pensare, ma la presa di coscienza umana è una cosa che dovremmo apprezzare. La crisi ecologica non è una questione politica e mi irrita chi crede che si tratti di questo. La politica non è altro che una distrazione dai veri problemi. Il mondo sta affrontando il suo periodo peggiore e se non facciamo qualcosa, il suo declino sarebbe sempre più veloce.

Non volevo fare un film solo fatalista, oscuro e cinico, ma qualcosa alternato anche con battute e un po’ di umorismo, altrimenti restare davvero vivi come essere umani sarebbe stato difficile. Posso dire comunque che con questo film abbiamo cercato di fare il nostro meglio.

Nel corso della conferenza si nota la complicità tra regista e cast, sopratutto con quegli attori che condividono da anni una solida amicizia con lui, come nel caso di Bill Murray. Sotto questo punto di vista The Dead Don’t Die assume anche le sembianze di una pellicola fatta tra amici, un giorno in cui ci si è ritrovati insieme davanti ad una bella bistecca. Ma come ha fatto un regista come Jim Jarmusch ad aver convinto un attore “pigro” – così come si definisce lui stesso – come Bill Murray a fare questo film?

 

The Dead Don't Die

 

I soldi!

Risponde ironicamente Murray.

Me ne promette sempre tanti ma poi non è così. La verità è che Jim è un manipolatore, vive in bianco e nero, condivide con te la sua cupezza, però lo fa in modo divertente, coinvolgendoti.