Siete in vacanza con il vostro compagno o compagna. Un ricco e carismatico uomo russo vi avvicina. Passate due giorni tra feste, vini costosi e partite di tennis. Poi quest’uomo vi fa una richiesta particolare. Al vostro rientro dovete portare una chiavetta usb contenente file importanti per i servizi britannici. Cosa fareste? Questo è ciò che si chiedono Perry e Gail, i protagonisti del nuovo film di Susanne White, Il Traditore Tipo, tratto dal romanzo Il Nostro Traditore Tipo del famoso scrittore John Le Carré.
Susanne White, consolidata regista cinematografica e televisiva, vincitrice e candidata a numerosi premi tra BAFTA ed Emmy Awards, decide di portare sullo schermo una delle storie di uno dei più autorevoli scrittori del genere di spionaggio, John La Carré.
Il Nostro Traditore Tipo è un romanzo pubblicato nel 2010, edito Mondadori. L’autore, prima di dedicarsi alla vita da scrittore, è stato un agente segreto, non sorprende che la maggior parte dei suoi libri vertono attorno al mondo dello spionaggio, e sono stati più volte oggetto di trasposizioni.
Possiamo ricordare il ricco La Talpa di Tomas Alfredson, con un cast davvero formato di sole eccellenze, e il più recente A Most Wanted Man, film del 2011 di Anton Corijn, ultima pellicola in cui ha recitato Philip Seymour Hoffman.
Proprio in questi giorni, su Sky Atlantic HD, sta andando in onda la mini serie tratta dall’omonimo libro di Le Carré, The Night Manager, con il bravissimo Tom Hiddleston.
La pellicola di Susanne White vuole far riferimento alle trame più moderne del film di spionaggio, senza però abbandonare le linee più classiche che corrono tra dramma e thriller.
Le premesse per Il traditore Tipo ci sono tutte. Oltre a vantare di una storia solida, ha anche un cast di non poco conto, sebbene piuttosto ristretto. Nella parte del protagonista, l’idealista professore universitario Perry, troviamo l’irlandese Ewan McGregor affiancato dalla bellissima Naomie Harris, nei panni della moglie Gail, un avvocato penalista di successo.
Durante la loro penultima sera in Marocco, meta di vacanza scelta per poter riparare a una frattura creatasi nella coppia, Perry fa la conoscenza di un ricco e carismatico uomo di mezz’età russo, Dima (Stellar Skarsgard), perennemente accompagnato da una scorta e dalla numerosa famiglia.
Quello che sembra essere un rapporto di amicizia nato per caso, si trasformerà in qualcosa di molto più profondo e pericoloso. Dima infatti chiede a Perry di portare con sé una chiavetta usb e di consegnarla direttamente ai servizi segreti britannici.
Cosa nasconde quella chiavetta?
Il Traditore Tipo ha un prologo molto particolare. La regia della White è raffinata ed elegante, ma al tempo stesso efficace. Sparpaglia quelli che saranno i successivi semi della discordia, sebbene non spiccando di originalità, ma riuscendo a mostrare il suo intento di voler realizzare un film di spionaggio in vecchio stile.
Il punto dolente della pellicola è tutto ciò che viene dopo. Sebbene la White abbia una regia piuttosto pulita, ma anche molto decisa, non riesce a sopperire a quelli che sono i gravissimi errori di sceneggiatura.
Più che di errori, in questo caso parliamo di vere e proprie carenze che non sono nemmeno buchi, ma una mancanza di armonia, carisma e carattere della storia.
La dilatazione delle sequenza è tipica della scrittura di Hossein Amini, che ricordiamo soprattutto per quel gran capolavoro che è stato Drive, presentato nel 2011 al Festival di Cannes e vincitore della Palma D’Oro a Nicolas Winding Refn come miglior regia. Ma, se in Drive c’era, appunto, la sapiente e ponderata regia di Refn, che ben si approccia a uno stile di scrittura molto dilatato, riuscendo comunque a farlo non sembrare pesante e noioso, in questo caso la regia di Susanne White non è abbastanza esperta.
Prima che la storia possa davvero spiccare, un minimo, il volo deve passare almeno mezz’ora. Una mezz’ora fatta di scene inutili, dialoghi vuoti e personaggi in cui si evince una mancanza totale di caratterizzazione.
Il traditore tipo dal prologo in poi sembra avere sempre più l’aspetto di uno sceneggiato tedesco da pomeriggio di Rai 2, non proprio il massimo per il genere di spionaggio che, invece, si basa soprattutto su una narrazione dinamica, ricca di svolte e coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Quando viene a mancare la suspense, irrimediabilmente lo spettatore non può comunicare con il personaggio, e sentire la pressione della posta in gioco e il limite a cui è arrivato, viene a cadere il processo di verosimiglianza e l’accordo di credibilità che si crea tra pubblico e film.
Basi che non possono essere dimenticate o messe in sordina, perché fondamenta di ogni pellicola.
Quando queste fondamenta vengono a mancare, il risultato è davvero pessimo. Il che, in questo caso, dispiace non poco perché, nonostante gli evidenti problemi di scrittura, la messa in scena è molto convincente e anche la recitazione non è delle più scadenti.
Nel Il traditore tipo c’è davvero molta carne a cuocere e ci sono diverse linee di trama da seguire, ma che purtroppo non vengono gestite per nulla e quindi la narrazione risulta piatta e molto telefonata.
I pochissimi colpi di scena sono prevedibili già da minuti e minuti prima. Le azioni dei personaggi posso essere anticipate dalla mente dello spettatore, perfino da uno non proprio attento. I dialoghi non spiccano di originalità e spesso rendono vano il lavoro fatto in precedenza, che va più sul far capire e meno sul dire.
Non poche sono le scene in cui si tenta di costruire una certa tensione, soprattutto nei momenti più pericolosi che mettono in serio rischio la vita dei personaggi, ma poi non si riesce a portare avanti, fino a quella giusta esasperazione, facendo sgonfiare troppo presto l’attesa dello spettatore. Questo è sempre un problema riconducibile non solo alla struttura della storia, ma anche a quella dei personaggi. Inutile fare troppi giri di parole, se un personaggio non convince, non riusciremo mai ad empatizzare con lui e quindi capire cosa sta realmente provando in quel momento.
Questo si sente soprattutto con il personaggio di Ewan McGregor, il quale cambia indole in base alle situazioni che gli si presentano.
Tra i personaggi meglio scritti, sebbene un po’ forzatamente stereotipato, c’è quello dell’agente dell’MI6 Hector Meredith, interpretato dall’affascinante e bravissimo Damian Lewis. Senza lode e senza infamia si posizione Stellar Skarsgard nel ruolo di questo mecenate della mafia russia tra l’onore e la redenzione.
La White tenta di costruire quella tipica rete di intrighi tra uno Stato e l’altro, portando i personaggi ai capi del mondo, in un nodo di bugie sempre più fitto, ma per poter snodare questi intrecci si fa troppo uso di un paio di forbici, senza realmente scendere nelle viscere della pellicola.
Il Traditore Tipo è un esperimento poco riuscito. Un film di spionaggio che tradisce totalmente il genere, passando in sordina e non riuscendo a coinvolgere per nulla lo spettatore, se non per pochissime scene.
Un lavoro svolto in direzione più orizzontale avrebbe sicuramente aiutato la pellicola a emergere, innalzandola a una posizione di maggiore sufficienza. E invece, ci troviamo di fronte a una pellicola che lascia il tempo, per disgrazia del suo cast, che trova.
Il Traditore Tipo dal 5 Maggio in tutte le sale cinematografiche.