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Simulati 3000 scenari per spiegare l’instabilità dei pianeti giganti

L'immagine del Sistema Solare come un insieme compatto di birilli da bowling che all'improvviso può essere colpito o strisciato da oggetti celesti giganti o energetici.

Simulati 3000 scenari per spiegare l’instabilità dei pianeti giganti

Entriamo nel vivo della storia del Sistema Solare, una nuova ricerca ci spiega che i pianeti giganti si sono formati in posizioni diverse da quelle che occupano. In passato, ci fu un violento rimescolamento orbitale chiamato instabilità dei pianeti giganti. Questo vuol dire che Giove, Saturno, Urano e Nettuno prima si trovavano in una configurazione più compatta e poi modificata.

Il processo, di un’energia straordinaria e inimmaginabile a livello umano, ha definito anche le caratteristiche interne ed esterne dei quattro pianeti. Ad esempio, ha fatto comparire gli asteroidi coorbitali di Giove, i satelliti irregolari dei pianeti giganti, ha determinato la struttura della fascia di asteroidi e della fascia di Kuiper. Come per il Big Bang, gli scienziati sono sempre alle origini delle cose, vuoi che si tratti della materia che di eventi astronomici. Che cosa ha innescato l’instabilità?

rappresentazione artistica di una nana bruna

L’origine della materia, dell’Universo e della sua stabilità o instabilità: il lavoro digitale di due ricercatori e la divulgazione di Mark Thompson

Tentano la risposta i ricercatori del Laboratoire d’Astrophysique de Bordeaux e del Planetary Science Institute. Un incontro ravvicinato tra il giovane Sistema Solare e un oggetto substellare vagante potrebbe aver scatenato il caos orbitale. Una specie di palla da bowling che ha colpito gli elementi del nostro sistema come birilli. Sean Raymond e Nathan Kaib, per questa teoria, hanno eseguito 3000 simulazioni al computer.

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A livello simulativo, il Sistema Solare è stato disegnato come un’area stabile con i pianeti giganti disposti in una catena con 100 milioni di anni di assenza di perturbazioni. Con le simulazioni sono stati considerati sorvoli e passaggi di oggetti di diversa massa e dimensione. Per creare il caos planetario ci vogliono oggetti celesti molto grossi e con molta forza magnetica o energia.

Sia una nana bruna sia un pianeta errante possono riuscire a spostare pianeti come Giove e Saturno, compatti come Nettuno e Urano. Le simulazioni hanno disegnato corpi fino a 30 masse di Giove o circa 20 unità astronomiche dal Sole nel transito. L’un per cento delle simulazioni ha dato risposte soddisfacenti ma ancora non esaustive. Lo studio appena descritto è stato pubblicato su universetoday.com da Mark Thompson, conduttore, autore scientifico e divulgatore astrofisico conosciuto, anche dalla BBC. In passato, ha anche ricevuto una laurea honoris causa dall’Università dell’East Anglia.

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