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Il clima terrestre non dipende solo dal Sole: ecco le nuove scoperte

Le nuove simulazioni planetarie rivoluzionano il racconto sul clima terrestre: alla centralità del Sole si aggiungono tre protagonisti inattesi.

Il clima terrestre non dipende solo dal Sole: ecco le nuove scoperte

Uno studio analizza il modo in cui Marte influenza i cicli climatici terrestri. Il ruolo del pianeta rosso è più rilevante di quanto si pensasse. Tutto dipende dai cicli di Milankovitch, variazioni periodiche che coinvolgono orbita, inclinazione assiale e precessione terrestre. Tutti fattori che interagiscono a livello gravitazionale anche con gli altri pianeti del Sistema Solare.

Marte, con i nuovi studi, si aggiunge a Giove e Venere nel generare queste oscillazioni. Il pianeta rosso, più di tutti, arriva fino ai nostri cicli climatici secondo le simulazioni al computer. Sono state realizzate da un team di ricerca guidato da Stephen Kane, le conclusioni della ricerca sono state poi pubblicate su riviste scientifiche.

Con software di studio, Kane ha modificato la massa di Marte in diversi scenari, sperimentando variazioni che partono da 0 a 10. Ha così osservato come cambiavano i parametri orbitali della Terra nel corso di milioni di anni. Si conferma che la stabilità del ciclo di eccentricità di 405.000 anni sia dovuta a Venere e Giove. Sono costanti indipendentemente dalla massa di Marte, quest’ultimo ciclo però scandisce le oscillazioni climatiche di lungo periodo, e gli scienziati lo definiscono una sorta di metronomo.

i quattro pianeti interni del Sistema Solare Mercurio, Venere, Terra e Marte

Cicli di 100.000 e 2,4 milioni di anni, formazione delle calotte glaciali e variazioni di obliquità: la Terra e Marte si influenzano reciprocamente

Le variazioni più importanti sono nei cicli brevi, di circa 100.000 anni, tempo che ha visto una regolare alternanza delle ere glaciali. Quando Marte viene ridotto a una massa prossima a zero, il ciclo scompare o si interrompe. Esiste un ciclo collegato soltanto alla massa del pianeta rosso e alla risonanza gravitazionale che crea. Scompare Marte, scompare il grande ciclo di 2,4 milioni di anni, legato alla rotazione delle orbite di entrambi i pianeti in esame. Importante anche la quantità di luce solare che la Terra riceve su scale temporali vastissime.

Un indizio potrebbe far emergere un enigma nelle profondità della Terra Un indizio potrebbe far emergere un enigma nelle profondità della Terra

Lo studio ha considerato anche l’inclinazione assiale della Terra, il ciclo di obliquità di 41.000 anni, documentato a livello geologico. Marte, considerando l’inclinazione assiale, ha inciso sulla formazione delle calotte glaciali terrestri, modificando la sua massa si osserva il ritiro dei ghiacci. Questa ricerca è legata come tante a diverse prospettive: la scoperta di esopianeti, ipotesi di abitabilità su Marte, su satelliti anche artificiali, sul clima terrestre considerato parte e conseguenza di un equilibrio più grande.

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