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Povertà energetica e disoccupazione: la nuova sfida sociale globale

La ricerca del lavoro ha successo anche grazie ai beni essenziali, al diritto alla cura e al benessere.

Povertà energetica e disoccupazione: la nuova sfida sociale globale
Ogni settore che produce beni e servizi essenziali è in un circolo vizioso. Crea posti di lavoro in base alle entrate che riceve, gli investimenti che si fanno, le richieste più svariate che gli arrivano. Il riscaldamento casalingo è tra questi beni e servizi insieme, essenziali dentro e fuori le città. Uno scienziato della James Cook University ha studiato la povertà energetica. Ne viene fuori questo disegno: se troppe persone non possono riscaldare casa per i costi delle bollette aumenta automaticamente la disoccupazione, sia nell’energia che nei settori connessi.
La ricerca prende in esame la popolazione australiana ma può essere applicata con altri numeri in altri contesti territoriali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Energy Research & Social Science. L’articolo ha a cuore i disoccupati, ma fa emergere anche la difficoltà di molte persone ad affrontare il freddo. Il professor Walters dà una definizione specifica, di quelle che piacciono al giornalismo.
non essere in grado di riscaldare o raffreddare la propria casa rende più difficile trovare lavoro

Il vero significato di povertà energetica e i suoi numeri tra le famiglie australiane

Il Professor Walters afferma: “La povertà energetica significa non poter riscaldare la propria casa quando si vuole, per motivi economici”. Che cosa comporta questo? Ecco subito la risposta. “Ridurre i consumi energetici è una delle ultime cose che le persone fanno. Le persone sono disposte a rinunciare a un pasto prima di rinunciare ai consumi energetici, il che indica che la povertà energetica rappresenta una situazione finanziaria davvero pessima per le persone. Non è un problema che riguarda solo l’emisfero australe, è un problema mondiale, anche per i paesi ricchi“.

Che dati ha utilizzato il Professor Walters per l’indagine? Una raccolta di informazioni annuale che prende il nome di Hilda sulle famiglie australiane. Calcola l’incidenza delle persone ad affrontare il freddo e l’aver difficoltà a cercare lavoro.

Ecco i numeri raccolti in questi anni: “L’indagine Hilda è iniziata nel 2001. Da allora sono state intervistate circa 15.000 persone ogni anno. Abbiamo scoperto che una persona che dichiara di essere in povertà energetica è più propensa a trascorrere più ore a cercare lavoro… ma impiega più tempo a trovarne uno, se mai lo trova”.

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