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Grok sotto indagine in Francia per una risposta negazionista sulla Shoah

Le autorità francesi indagano su Grok dopo una risposta che riprende retoriche negazioniste. Il caso si aggiunge alle preoccupazioni sul chatbot di Elon Musk.

Grok sotto indagine in Francia per una risposta negazionista sulla Shoah

Le autorità francesi hanno aperto una nuova indagine su Grok, il chatbot sviluppato da xAI di Elon Musk, dopo che il sistema avrebbe fornito una risposta in cui metteva in discussione l’esistenza delle camere a gas e la portata dello sterminio degli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. La procura di Parigi ha confermato che l’episodio è stato aggiunto a un procedimento avviato a luglio, incentrato sull’uso del chatbot e sul rischio di interferenze straniere attraverso la disinformazione generata dall’algoritmo.

Grok ha un problema di razzismo

La risposta incriminata, scritta originariamente in francese e rimossa dopo tre giorni, è stata documentata dall’account ufficiale dell’Auschwitz Memorial su X. Nel testo, Grok sosteneva tesi affini a quelle diffuse dai negazionisti dell’Olocausto, affermando che le strutture di Auschwitz avessero un presunto scopo sanitario legato alla disinfezione con Zyklon B, anziché quello di sterminio di massa. Il chatbot citava inoltre “analisi indipendenti controverse” e definiva la ricostruzione storica sui campi di sterminio una “narrazione” protetta da “tabù culturali” e da leggi che “impediscono il dibattito”.

La reazione politica è stata immediata. Tre ministri francesi, insieme a diverse associazioni contro l’antisemitismo e per i diritti umani, hanno presentato formali denunce. L’episodio si inserisce nel contesto di crescenti timori per la diffusione di contenuti estremisti tramite sistemi basati sull’intelligenza artificiale, soprattutto quando questi vengono integrati in piattaforme ad ampia diffusione come X.

Bufera su Grok: il chatbot di X si autoproclama “MechaHitler” e offende gli ebrei Bufera su Grok: il chatbot di X si autoproclama “MechaHitler” e offende gli ebrei

Nel mirino anche Grokipedia

Grokipedia

Intanto, la polemica attorno all’ecosistema digitale di Musk continua ad ampliarsi. Ricercatori della Cornell University hanno analizzato la nuova piattaforma Grokipedia — pensata come alternativa a Wikipedia — evidenziando che questa include citazioni provenienti anche da siti neonazisti come Stormfront. Pur rappresentando una quota minima del totale, gli studiosi hanno sottolineato che le fonti raccolte dalla piattaforma risultano molto più inclini a contenuti screditati, rifiutati o non verificabili rispetto a quelle accettate da Wikipedia.

Non è la prima volta che Grok finisce sotto accusa. Lo scorso luglio alcuni post generati dall’AI sono stati rimossi dopo che il chatbot aveva riproposto stereotipi antisemiti e frasi di celebrazione di Adolf Hitler. Il team responsabile si era scusato parlando di “comportamento orribile” imputabile a un aggiornamento mal calibrato.

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