Meta non dovrà dividere Instagram e WhatsApp: “non è monopolio”
Un giudice federale stabilisce che Meta non è un monopolio. Il colosso rischiava di dover cedere WhatsApp o Instagram.

Meta ha superato uno dei momenti legali più delicati della sua storia recente. Un tribunale federale statunitense ha respinto la causa antitrust intentata dalla Federal Trade Commission, cioè l’autorità americana che, tra le altre cose, si occupa anche di internet. L’ente non è riuscito a dimostrare che l’azienda detenga una posizione di monopolio nel mercato dei social network. La vicenda era iniziata nel 2020, quando la FTC, sotto la prima amministrazione Trump, aveva accusato l’allora Facebook di aver soffocato la concorrenza acquisendo due potenziali rivali: Instagram e WhatsApp.
TikTok e YouTube smentiscono l’ipotesi monopolio
Secondo la tesi dell’agenzia governativa, quelle operazioni avevano impedito lo sviluppo di competitori in grado di sfidare il colosso della Silicon Valley, danneggiando consumatori e innovazione. Meta, al contrario, ha difeso la legittimità delle acquisizioni sostenendo che le due app hanno raggiunto scala globale proprio grazie agli investimenti del gruppo. La crescita di piattaforme come TikTok, inoltre, è stata considerata una prova che il mercato dei social è tutt’altro che stagnante.
Il giudice distrettuale James Boasberg ha accolto questa interpretazione. Nella sentenza ha spiegato che, per condannare Meta, la FTC avrebbe dovuto dimostrare un monopolio attuale e non soltanto passato. “Il verdetto stabilisce che l’agenzia non ha fornito prove sufficienti”, ha scritto Boasberg, precisando che l’emergere di TikTok e il ruolo di YouTube hanno cambiato la definizione di mercato rilevante rispetto al passato. Anche restringendo il campo ai social personali, la sola esistenza di TikTok sarebbe sufficiente a negare l’esistenza di un monopolio.
Non è ancora finita?
La decisione ha suscitato reazioni opposte. Meta ha salutato il verdetto come una conferma della forte concorrenza nel settore digitale, definendo i propri servizi “utili per utenti e aziende” e simbolo di innovazione. L’FTC, invece, ha espresso “profonda delusione” e ha sottolineato che il procedimento era condizionato da un giudice considerato sfavorevole. L’agenzia ora valuta se presentare ricorso.ù
Il processo aveva visto testimoniare figure di spicco del panorama tech, tra cui Mark Zuckerberg, Sheryl Sandberg, Kevin Systrom e Adam Mosseri. Nel corso delle udienze, Zuckerberg aveva descritto l’ingresso di TikTok sul mercato come un momento che aveva “rallentato drasticamente” la crescita di Meta, un’argomentazione che ha avuto peso nella sentenza finale.