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Un equilibrio fragile tra elementi naturali regola la vita nei bacini monsonici

Un team di ricercatori chiede ad amministratori locali e politici di considerare l'invisibile nella gestione dell'ambiente e della crisi climatica.

Un equilibrio fragile tra elementi naturali regola la vita nei bacini monsonici

Un team di ricerca guidato da L. Huang ha pubblicato uno studio su Communications Earth & Environment. Riguarda le complesse relazioni tra acqua, carbonio e elementi strutturali negli ecosistemi. L’attenzione, in questo complesso argomento biochimico, si è concentrata sui bacini monsonici. Le componenti oggetto dello studio interagiscono attraverso effetti a cascata non lineari. In parte li generano, in parte influenzano quelli già esistenti. In questa maniera interagiscono con gli ecosistemi tra strategie riproduttive, ma anche di resilienza o adattabilità.

In natura o ecologia le cose non accadono per caso, per questo vengono studiate e interpretate con discipline molto precise o logiche come la matematica, la fisica e la chimica. Questo ha sempre portato a studiare solo relazioni lineari. Huang con il suo team rompe questo schema considerando anche piccoli cambiamenti fattori di impatti giganteschi. Ad esempio, la disponibilità d’acqua, la sua quantità e caratteristiche microscopiche incidono sull’ecosistema, sul carbonio e sulla biodiversità (insieme di piante, animali ma anche microbi, miceti, eccetera).

ecosistemi del bacino monsonico

I bacini monsonici sono un caso studio importante per L. Huang: tanta acqua non significa produttività, la differenza la fanno le piante

I bacini monsonici sono caratterizzati da precipitazioni stagionali e da un’elevata biodiversità. Oltre a portare nuovi elementi chimici generano energia, quindi calore e movimento. I ricercatori hanno fatto delle simulazioni: un maggior apporto idrico non garantisce aumento di produttività, un’informazione importante visto che i bacini vengono sfruttati dalle popolazioni.

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Ciò che fa la differenza, rivela lo studio, sono le piante, o meglio le loro radici che assorbono l’acqua. Sono loro che mediano l’interazione con il carbonio e creano una resilienza degli ecosistemi. Le piante così si proteggono nella loro diversità e capacità di risposta e adattamento alle condizioni climatiche variabili.

Lo studio di L. Huang è importante proprio per gli elementi variabili e non lineari, perché prepara gli amministratori a una gestione ambientale e politica pronta a cambiamenti e imprevisti. Oppure attenta alle dinamiche invisibili degli ecosistemi che vivono la crisi climatica o adattandosi o scomparendo. I bacini monsonici sono legati ai monsoni, sempre più imprevedibili anche nella quantità di acqua che portano. Huang punta a far adottare alla politica ambientale una visione olistica e interdisciplinare, all’interno della scienza degli ecosistemi.

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