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Tesla Cybertruck, rimane intrappolata nelle fiamme dopo lo schianto: i genitori fanno causa

Il Cybertruck prende fuoco, ma le portiere non si aprono. I genitori di una giovane morta in una tragedia citano in giudizio Tesla: "si poteva salvare".

Tesla Cybertruck, rimane intrappolata nelle fiamme dopo lo schianto: i genitori fanno causa

Tesla ha appena chiuso un ottimo trimestre, ma non ci sono solo buone notizie per la casa automobilistica di Elon Musk. L’azienda è finita nuovamente sotto i riflettori giudiziari dopo che i genitori di Krysta Tsukahara, studentessa universitaria di 19 anni, hanno intentato una causa contro l’azienda in seguito a un tragico incidente avvenuto lo scorso novembre a Piedmont, in California.

La giovane è morta quando il Cybertruck su cui viaggiava si è schiantato contro un albero e ha preso fuoco. Secondo la denuncia, a impedirle la fuga sarebbe stato proprio il design delle portiere elettroniche del veicolo.

Una tragedia evitabile?

Il 27 novembre 2024, il Cybertruck viaggiava ad alta velocità con quattro passeggeri a bordo quando, dopo l’impatto con un albero, si è incendiato. Tre persone, tra cui Tsukahara, non sono riuscite a uscire dall’abitacolo e solo un passeggero è sopravvissuto grazie all’intervento di un amico che seguiva l’auto e ha infranto un finestrino.

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La famiglia della giovane sostiene che Krysta non riportò traumi fatali nell’impatto, ma morì in seguito per inalazione di fumo e ustioni, incapace di fuggire. “Era viva dopo lo schianto, ha chiesto aiuto, ma non è riuscita a uscire”, hanno dichiarato i genitori. Secondo la denuncia, con l’alimentazione elettrica interrotta dalle fiamme, l’unico modo per aprire le portiere posteriori dall’interno era tirare un cavo nascosto sotto un rivestimento, una soluzione poco intuitiva in una situazione di emergenza.

Tesla sotto indagine

Le portiere a filo carrozzeria, considerate un vanto da Elon Musk e un simbolo del design Tesla, sono finite al centro delle critiche degli esperti di sicurezza. Già in passato erano state segnalate difficoltà per i soccorritori nell’aprire i veicoli con batteria danneggiata. La National Highway Traffic Safety Administration ha avviato indagini sul tema, mentre la causa sottolinea come Tesla fosse stata più volte avvertita dei rischi di intrappolamento.

Il Cybertruck, pur avendo ottenuto buoni punteggi nei crash test, ha collezionato otto richiami in meno di due anni. Tesla è inoltre coinvolta in altri procedimenti, incluso uno in Florida che lo scorso agosto si è concluso con una condanna a 243 milioni di dollari di risarcimento per problematiche legate all’Autopilot.

Parallelamente, la famiglia Tsukahara ha fatto causa anche alla famiglia di Soren Dixon, il ragazzo alla guida del veicolo e morto dopo lo schianto: è risultato positivo a cocaina, anfetamine e alcol.

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