Il Regno Unito vuole obbligare Apple a ‘rompere’ la crittografia di iCloud
Il Regno Unito ha nuovamente ordinato ad Apple di creare una backdoor su iCloud. Ma l'azienda annuncia battaglia: non l'abbiamo mai fatto e non faremo un'eccezione per voi.

Il governo britannico ha emesso un nuovo ordine nei confronti di Apple, chiedendo all’azienda di creare un accesso speciale ai backup criptati di iCloud relativi agli utenti nel Regno Unito. La richiesta, presentata a inizio settembre, rappresenta un cambiamento rispetto al precedente ordine del gennaio 2025, che mirava a ottenere accesso globale ai dati degli utenti e che aveva provocato uno scontro diplomatico con gli Stati Uniti.
Apple non cede
In seguito alla prima controversia, Apple aveva deciso di ritirare dal mercato britannico la sua funzione più avanzata di sicurezza, iCloud Advanced Data Protection (ADP), lasciando gli utenti senza una protezione completa contro possibili violazioni informatiche. L’azienda ha ribadito la sua posizione anche ora, dichiarando: “Non abbiamo mai costruito né costruiremo una backdoor o una master key per i nostri servizi.” Cupertino si dice “gravemente delusa” dall’impossibilità di offrire ADP nel Regno Unito, soprattutto in un momento storico segnato da un aumento delle minacce informatiche e dei furti di dati.
Dal canto suo, il Ministero dell’Interno britannico non ha confermato né smentito l’esistenza del nuovo ordine, richiamandosi alla necessità di proteggere la sicurezza dei cittadini. Questi ordini, noti come Technical Capability Notices (TCN), sono previsti dall’Investigatory Powers Act e vengono giustificati come strumenti indispensabili per indagini su terrorismo e abusi su minori.
I rischi per la privacy globale
Le organizzazioni per i diritti digitali, come Privacy International e Liberty, hanno avvertito che anche un accesso limitato agli utenti britannici comprometterebbe la sicurezza a livello globale. “Se Apple rompe la cifratura per il Regno Unito, la rompe per tutti”, ha dichiarato Caroline Wilson Palow di Privacy International, sottolineando come eventuali vulnerabilità potrebbero essere sfruttate da governi ostili, criminali e hacker in tutto il mondo.
La vicenda ha avuto forti ripercussioni diplomatiche. Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump aveva inizialmente spinto Londra a ritirare la richiesta globale, paragonandola ai modelli di sorveglianza di Pechino. Tuttavia, secondo fonti vicine ai negoziati, Washington non starebbe più esercitando pressioni dirette sul governo britannico.
Il nuovo TCN potrebbe ora riaprire anche il fronte giudiziario: Apple e le associazioni per la privacy avevano già avviato ricorsi contro la prima richiesta, e la modifica dell’ordine rischia di far ripartire l’intero processo. Sullo sfondo, resta un interrogativo cruciale: fino a che punto i governi possono spingersi nel forzare le aziende tecnologiche a indebolire i sistemi di sicurezza per motivi di ordine pubblico?


