Il potere del sonno: si apre una nuova strada nella lotta alla demenza
Come funziona il sistema glinfatico, ovvero il sistema che espelle scorie e tossine dal cervello? In particolare, una proteina che favorisce l'Alzheimer.

Sul sonno ci sono tante ricerche in corso, una delle ultime riguarda la demenza senile o patologica. Più dormiamo bene e più la teniamo lontana, secondo i risultati di alcuni test condotti su topi. Il sonno attiva il sistema glinfatico che smaltisce scorie e tossine, dei rifiuti che fanno male al cervello. Se il sonno è disturbato questo sistema non funziona bene e l’accumulo di tossine aumenta il rischio di demenza.
Il corpo umano ha il sistema linfatico che funziona con un rete di vasi linfatici per espellere rifiuti attraverso il sangue. Il cervello, invece, ha il sistema glinfatico che attraverso il liquido cerebrospinale espelle i rifiuti attraverso vene drenanti.
Nei topi, il sistema glinfatico è più attivo soprattutto durante il sonno. Uno dei prodotti di scarto più nocivi al cervello è la proteina Beta amiloide, Aβ. Il suo accumulo favorisce la formazione di placche ovvero di ammassi di questa proteina delle cellule cerebrali, nei neuroni.

Il sonno fa bene alla salute cerebrale e psicofisica, ma sul tema della demenza ci sono discussioni e dibattiti tra ricercatori
Il morbo di Alzheimer è la malattia più favorita e associata alle Aβ. I test condotti sia su pazienti che sui topi hanno dimostrato che i livelli di Aβ nel liquido cerebrospinale aumentano durante la veglia e poi decrescono con il sonno. Nei topi, il sistema glinfatico è più attivo durante il giorno, questo risultato di altri test ha creato un dibattito tra i ricercatori sulla correlazione tra sonno, espulsione di tossine, e in particolare dei livelli di Aβ, e il rischio di demenza, soprattutto di Alzheimer.
Ci sono molti test da fare, gli scienziati però con un solo esperimento sono giunti alla prima conclusione che sia meglio favorire il sonno (il dormire bene) sia da giovani che da anziani. Su adulti sani è stato dimostrato che una sola notte di privazione del sonno abbia causato l’aumento di Aβ nell’ippocampo, il sistema glinfatico si è dimostrato più attivo durante il sonno. Bisogna acquisire maggiori informazioni su questo meccanismo ma intanto, si arriva alla conferma che dormire otto ore a notte e recuperare, quando non si riesce, è importante per la salute cerebrale e psicofisica.