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Beta Battlefield 6, ecco perché per giocarla da PC sarà obbligatorio Secure Boot

EA impone Secure Boot su Windows 10 e 11 per accedere alla beta di Battlefield 6. Un fastidio necessario? Ecco perché...

Beta Battlefield 6, ecco perché per giocarla da PC sarà obbligatorio Secure Boot

EA accompagna l’arrivo di Battlefield 6 con una scelta destinata a far discutere il pubblico PC. Dopo un trailer salutato come segnale di ritorno ad un’atmosfera più sobria e realistica,  il publisher ha fissato tre appuntamenti: accesso anticipato alla beta dal 7 agosto, open beta dal 9 all’11 agosto e una seconda finestra dal 14 al 17 agosto. Per partecipare su Windows sarà obbligatorio attivare Secure Boot, come comunicato dal supporto EA su X: senza questo requisito il client non partirà. L’obiettivo dichiarato è blindare fin da subito l’ecosistema del gioco, in una fase in cui la percezione di correttezza competitiva pesa quanto la stabilità tecnica.

Perché EA richiede Secure Boot

Secure Boot è il meccanismo che, all’avvio, consente al sistema operativo di caricare soltanto componenti e driver firmati, riducendo lo spazio d’azione dei cheat che tentano di insinuarsi a livello di kernel. EA lo collega a Javelin, l’anti-cheat proprietario, per individuare ed espellere chi cerca vantaggi illeciti, proteggendo l’equilibrio delle partite.

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Non è però un passaggio sempre immediato: in molti casi occorre intervenire nel BIOS/UEFI, con voci che cambiano da produttore a produttore, e seguire una guida dedicata. La stessa EA ha pubblicato una nota tecnica che motiva la necessità del requisito e avverte che, in assenza di Secure Boot, al lancio comparirà un prompt che invita all’attivazione.

Cosa aspettarsi dalla beta

La decisione non è inedita: poche settimane fa, con la patch 8.8.0 di Battlefield 2042, il medesimo vincolo ha alimentato il confronto tra chi invoca tolleranza zero verso i cheater e chi teme barriere tecniche per gli utenti in buona fede. Anche stavolta il nodo è l’equilibrio tra sicurezza e accessibilità. Configurazioni eterogenee, firmware non aggiornati o impostazioni legacy potrebbero rallentare l’ingresso in beta; il beneficio atteso è un ambiente più pulito già nei test di agosto. La risposta della community dirà se la stretta verrà percepita come garanzia di fair play o come ostacolo superfluo sulla via del nuovo capitolo.

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