Negli USA app e intelligenza artificiale potranno accedere alle cartelle cliniche
USA, spinta sulla sanità digitale: cartelle cliniche e dati personali in un’unica rete di app con big tech e gruppi sanitari. Il potenziale è enorme, ma anche i potenziali rischi per pazienti e privacy.

Un nuovo programma federale mira a consentire agli americani di caricare e consultare i propri dati sanitari attraverso un ecosistema di app e servizi gestiti da aziende tecnologiche e gruppi sanitari privati. L’obiettivo dichiarato è superare l’attuale frammentazione, offrendo accesso rapido alle cartelle cliniche e strumenti personalizzati per la gestione di patologie croniche, mentre crescono i dubbi su tutela della privacy, sicurezza informatica e uso dei dati da parte di soggetti pubblici e privati.
Che cosa prevede l’iniziativa
Annunciato alla Casa Bianca a fine luglio, il piano sarà coordinato dai Centers for Medicare & Medicaid Services con un’impostazione “opt-in”: i cittadini dovranno autorizzare esplicitamente la condivisione dei propri dati. Oltre sessanta aziende hanno aderito, tra cui colossi tecnologici e gruppi sanitari nazionali.
La roadmap prevede una rete di app e sistemi interoperabili in grado di far dialogare referti, visite, prescrizioni e dati provenienti da dispositivi indossabili, con un’attenzione iniziale a diabete e gestione del peso. Tra i casi d’uso prospettati figurano assistenti conversazionali per orientarsi tra sintomi e percorsi di cura, codici QR per i check-in in ambulatorio e funzioni di tracciamento terapie e farmaci. L’architettura tecnica punta a ridurre tempi e costi di scambio informativo, superando abitudini analogiche come il fax, grazie a interfacce aperte e standard comuni. Il lancio è atteso nel corso del prossimo anno, con un coinvolgimento progressivo di assicurazioni, ospedali e sviluppatori di soluzioni digitali.
Le incognite: privacy e rischi dell’IA

Se l’accesso semplificato ai propri dati può agevolare decisioni più informate, il perimetro delle tutele rimane il nodo centrale. Molte aziende che operano in ambito consumer non ricadono pienamente sotto l’Health Insurance Portability and Accountability Act, la legge statunitense che limita la condivisione di informazioni sanitarie da parte di soggetti regolati, e questo apre spazi a usi secondari dei dati, compresa la profilazione commerciale.
Restano da chiarire anche le modalità di audit, le responsabilità in caso di violazioni e gli eventuali canali di accesso governativo. L’integrazione di assistenti basati su intelligenza artificiale per triage e consigli preliminari, inoltre, solleva interrogativi sulla qualità delle risposte e sulla gestione degli errori, specie quando incrociano informazioni sensibili come esami di laboratorio e anamnesi. Nella fase pilota parteciperanno anche app dedicate al dimagrimento e al fitness: l’idea è combinare cartelle cliniche e dati comportamentali per proporre piani personalizzati, ma la promessa di insight “predittivi” richiederà trasparenza sugli algoritmi, controlli indipendenti e opzioni chiare per consenso e revoca.


