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Gli hacker ucraini hanno neutralizzato una vasta fabbrica di droni russi

Furto di 47 TB e distruzione dei backup: migliaia di droni russi restano senza codici. Il Black Owl Team ucraino rivendica l'attacco: vittoria schiacciante contro Mosca.

Gli hacker ucraini hanno neutralizzato una vasta fabbrica di droni russi

Un nuovo fronte si è aperto nella guerra informatica tra Kiev e Mosca: il collettivo ucraino Black Owl Team, affiancato dall’Ukrainian Cyber Alliance, ha rivendicato l’attacco che avrebbe mandato in tilt l’infrastruttura IT di Gaskar Integration, tra i principali produttori di droni dell’esercito russo.

Secondo quanto pubblicato il 14 luglio sui canali Telegram degli hacker, l’operazione avrebbe distrutto quarantasette terabyte di documenti tecnici riservati, inclusi dieci terabyte di file di backup, paralizzando oltre cento server e lasciando l’impianto – situato nella regione di Tver – impossibilitato persino ad aprire le porte interne senza l’attivazione dell’allarme antincendio.

L’operazione e le sue modalità

Gli autori hanno battezzato l’incursione “Eastwood”, descrivendola come una “penetrazione fino alle tonsille di demilitarizzazione”, un riferimento ironico alla retorica russa sulla “denazificazione” dell’Ucraina. Dalla ricostruzione pubblica emerge che i pirati avrebbero prima mappato la rete di Gaskar, quindi assunto il controllo dei controller di dominio e dei server di archiviazione, sottraendo l’intero codice sorgente relativo ai sistemi avionici prima di cancellarlo in modo irreversibile.

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Il colpo, condotto con il supporto dell’intelligence militare di Kiev – alla quale gli hacker alludono senza citarla esplicitamente – avrebbe anche portato alla pubblicazione di presunti questionari confidenziali dei dipendenti, un segnale che punta a indebolire la resilienza interna dell’azienda. Fra i documenti trafugati vi sarebbero informazioni che collegano Pechino alla formazione del personale di Gaskar, aprendo così un ulteriore capitolo sulle collaborazioni tecniche sino-russe in ambito UAV.

Le ricadute sul conflitto e le reazioni

Un immaginario drone russo di fantasia

Se confermato, il blackout ridurrebbe in modo significativo la capacità di Mosca di rifornire il fronte con migliaia di droni low-cost, elemento ormai cruciale nella tattica di attrito lungo la linea del Donbass. L’impatto reale resta da verificare: Gaskar non ha rilasciato dichiarazioni e il ministero della Difesa di Kiev, pur linkato dagli hacker, mantiene il silenzio operativo.

In una guerra dove ciascun lato tenta di erodere l’altro non solo sul terreno ma anche nel dominio cibernetico, la distruzione totale di archivi digitali rappresenterebbe un precedente pericoloso, perché colpisce la base industriale alle spalle dell’apparato bellico. Per il Cremlino, già costretto a incrementare gli acquisti di droni economici da Iran e Cina, la perdita di dati progettuali e linee di produzione digitali rischia di allungare i tempi di consegna dei velivoli e di frenare l’adozione di nuove piattaforme con guida autonoma.

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