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Curcuma e rabarbaro: nuovi alleati contro i batteri resistenti agli antibiotici

Un nuovo studio sta dimostrando come ingredienti come la curcuma e il rabarbaro possano avere un ruolo importante contro i batteri che resistono agli antibiotici. Scopriamo insieme come.

Curcuma e rabarbaro: nuovi alleati contro i batteri resistenti agli antibiotici

Gli antibiotici sono dei medicinali che vengono spesso prescritti in caso di infezione batterica. Nonostante riescano efficacemente nel loro scopo, non sempre sono completamente adatti per la nostra salute. Parliamo infatti di sostanze che hanno l’obiettivo di aggredire i batteri e che noi riusciamo ad eliminare attraverso l’urina e le feci.

Alcuni batteri si sono però evoluti e sono diventati resistenti agli antibiotici. Questo è un fattore molto pericoloso perché potrebbe comportare diverse difficoltà in termini di guarigione verso patologie esterne. Alcuni scienziati si sono occupati proprio di questo studio e sono riusciti a scoprire come alcune sostanze naturali possano uccidere questi batteri definiti come resistenti.

Al centro della scoperta due sostanze che utilizziamo comunemente in cucina, ovvero la curcuma e il rabarbaro che contengono al loro interno sostanze come la curcumina e l’emodina. Questo studio è stato effettuato nei confronti delle acque reflue, ovvero quelle che raccolgono i rifiuti biologici dell’uomo e che potrebbero rappresentare una grande minaccia per la società.

Sostanze comuni in grado di fermare i batteri

Lo studio è stato condotto dall’università dello Utah con a capo la dottoressa Lyuan Joanna Hou ed è stato poi pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Microbiology. L’obiettivo è stato quello di isolare i batteri resistenti e utilizzare questi composti naturali per vedere gli effetti finali.

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La resistenza agli antibiotici da parte dei batteri si viene a manifestare quando un individuo assume troppi medicinali oppure quando la dose inoculata non è sufficiente a colmare gli obiettivi di guarigione. È stato quindi trattato un impianto di acque reflue e attraverso degli screen sono stati evidenziati i ceppi resistenti agli antibiotici. Questi sono stati a loro volta sequenziati per essere studiati più da vicino.

Tra i batteri più resistenti lo Psicorobacter, il Microbacterium e il Lactoccus Lactis, dei batteri che possono rappresentare una grandi insidia scatenando malattie come infezioni e polmoniti pericolose. Gli scienziati hanno quindi suddiviso questi batteri in colonie e li hanno esposti alle sostanze sopra elencate, dimostrando come le stesse andassero a ridurre la carica batterica, stroncando la biologia di questi batteri. Ovviamente lo studio è ancora in una fase iniziale, ma si spera che possa garantire la sicurezza ambientale anche in futuro.

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