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Neurochirurgia rivoluzionata: l’impatto delle interfacce cervello-computer

Le interfacce cervello-computer segnano una nuova era nella neurochirurgia e nella neuroriabilitazione. Ma che impatto hanno?

Neurochirurgia rivoluzionata: l’impatto delle interfacce cervello-computer

La tecnologia delle interfacce cervello-computer (BCI) aprono un capitolo nuovo senza precedenti per quanto riguarda l’integrazione uomo-macchina. Questo non fa altro che stabilire una comunicazione tra il cervello ed i dispositivi esterni, in modo diretto. Fino a poco tempo fa era qualcosa di impensabile, ma adesso è realtà.

Le BCI stanno rimodellando in qualche modo il panorama della neurochirurgia così come della neuroriabilitazione. Le BCI intervengono andando a decodificare i segnali cerebrali per ripristinare le funzioni motorie, sensoriali e linguistiche perdute. Questo offre delle speranze alle persone che purtroppo sono affette da afasia, paralisi e malattie neurodegenerative.

tecnologia delle interfacce cervello-computer

Interfacce cervello-computer: la rivoluzione neurologica che ridefinisce la medicina e l’etica

L’impatto delle BCI sarà determinante e andrà ad influenzare la sicurezza nazionale, la governance etica e la cognizione. Una tecnologia che andrà a trasformare il modo in cui tutti noi interagiamo con il mondo. Il futuro è rappresentato da un’interfaccia dirette tra mente e macchina. In una revisione effettuata dal Professor Zhao Jizong del Beijng Tiatan Hospital, Capital Medical University, pubblicata lo scorso mese di marzo, si legge che le tecnologie BCI stanno rimodellando le pratiche neurochirurgiche e stanno ridefinendo l’assistenza cerebrale.

Un’interfaccia cervello-computer con precisione del 97% traduce i segnali cerebrali in linguaggio Un’interfaccia cervello-computer con precisione del 97% traduce i segnali cerebrali in linguaggio

Ma non solo, in questa revisione ancora si legge come le BCI stanno emergendo come strumenti terapeutici, come piattaforme per decodificare la cognizione e permettere interventi intelligenti, ovviamente diretti al cervello. Le BCI rilevano segnali neurali e li traducono in comandi che vanno a controllare dispositivi esterni.

A livello clinico, questi dispositivi BCI hanno dato modo alle persone paralizzate di recuperare il movimento e a pazienti afasici di comunicare attraverso delle intenzioni vocali decodificate. Si pensa nel futuro ad utilizzare le BCI per rilevare lo stato di coscienza in pazienti non responsivi, fornire assistenza nel trattamento psichiatrico e migliorare la memoria nei pazienti affetti da Alzheimer.

La tecnologia BCI rappresenta una delle frontiere più entusiasmanti delle neuroscienze e della medicina clinica. La sua capacità di ripristinare funzioni perdute e di interfacciarsi direttamente con il cervello ci invita a ripensare i confini della medicina, dell’etica e dell’identità umana. Nel futuro, la collaborazione multidisciplinare e i quadri etici saranno fondamentali per garantire che questa tecnologia venga sfruttata in modo responsabile ed equo”. Queste le parole dichiarate dal professor Zhao Jizong, neurochirurgo di spicco e autore corrispondente dello studio.

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