Nanocarburi molecolari: la sorprendente trasformazione nei bruchi
I ricercatori hanno svelato un’incredibile e sorprendente trasformazione dei bruchi come piccole fabbriche di produzione di molecole.

Un team di ricercatori, guidato da Kenichiro Itami, presso il RIKEN Pioneering Research Institute (PRI) / RIKEN Center for Sustainable Resource Science (CSRS) ha usato con sorprendente successo gli insetti come una sorta di piccola fabbrica in grado di produrre molecole.
Questo indubbiamente segna una svolta nell’ingegneria chimica ed è una tecnica che mette in evidenza una modo nuovo per creare o modificare molecole complesse. Si tratta dunque di nuove opportunità per la scoperta, lo sviluppo e l’applicazione di molecole non naturali, come ad esempio i nanocarburi.

Bruchi al servizio della scienza: come gli insetti trasformano i nanocarburi in nuove molecole funzionali
Ricordiamo che i nanocarburi sono delle strutture minuscole composte da atomi di carbonio. Ma nonostante le loro dimensioni, possono essere forti dal punto di vista meccanico, conducono elettricità e addirittura possono emettere luce fluorescente.
Le loro caratteristiche le rendono perfette per l’utilizzo in applicazioni come componenti aerospaziali, batterie ed elettronica avanzata. Resta per il problema della produzione di queste minuscolo strutture, che richiede una precisione incredibile.
“Il nostro team ha condotto ricerche sui nanocarburi molecolari, ma insieme a ciò, abbiamo anche sviluppato molecole che agiscono su mammiferi e piante”, afferma Itami. “Attraverso quelle esperienze, ci siamo improvvisamente chiesti: cosa accadrebbe se avessimo somministrato nanocarburi agli insetti?”.
Per portare avanti il test, i ricercatori hanno nutrito i bruchi del tabacco con una dieta contenente nanocarbonio molecolare. Dopo due giorni, gli escrementi del bruco hanno rivelato una nuova molecola. Questo lavoro apre la possibilità di una nuova strada per la scienza, ovvero creare molecole funzionali utilizzando gli insetti.
“Il verme del tabacco è un famigerato parassita agricolo a causa del suo rapido ciclo di vita e dell’eccezionale capacità di metabolizzare i pesticidi, guadagnandosi una reputazione di cattivi globali nel settore della protezione delle colture”, afferma Itami. “Eppure, ciò che troviamo veramente affascinante, è che nel nostro progetto, queste stesse falene hanno assunto un ruolo inaspettato, non come avversari, ma come eroi improbabili”.


