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Da frode a concorrente di Spotify: la seconda vita del Fyre Festival

Ve lo ricordate il colossale fiasco del Fyre Festival? Un imprenditore ha acquistato il marchio per lanciare un'app che offrirà contenuti musicali e video in streaming.

Da frode a concorrente di Spotify: la seconda vita del Fyre Festival

A distanza di anni dal clamoroso disastro del Fyre Festival, il nome torna a far parlare di sé in modo del tutto inaspettato. Shawn Rech, co-fondatore della rete di streaming investigativo TruBlu, ha deciso di appropriarsi di parte della proprietà intellettuale legata all’evento per lanciare una nuova piattaforma musicale. L’imprenditore ha infatti acquisito alcuni dei marchi registrati del famigerato festival fondato da Billy McFarland, condannato a diversi anni di carcere per frode, ma ha subito precisato che non intende occuparsi di organizzare eventi dal vivo.

Da truffa a business legittimo?

Come raccontato a Deadline, Rech è stato sorprendentemente sincero nell’ammettere di aver scelto il nome Fyre unicamente per la sua notorietà, anche se negativa. Secondo le sue dichiarazioni, l’obiettivo è sfruttare l’immediata riconoscibilità del marchio per dare visibilità al suo nuovo progetto: un servizio di streaming musicale che includerà una piattaforma in abbonamento per contenuti video on demand e canali televisivi gratuiti supportati dalla pubblicità.

La data di lancio, stando a quanto dichiarato, è fissata per il Giorno del Ringraziamento. Rech ha promesso che questa volta si tratterà di “qualcosa di autentico e duraturo”, cercando così di allontanarsi dall’ombra lunga del clamoroso fallimento che ha reso celebre il nome Fyre.

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Nonostante le buone intenzioni, la scelta di puntare su un brand così complicato e controverso ha già acceso il dibattito tra esperti di marketing e pubblico. Se da un lato la strategia di Rech potrebbe risultare vincente grazie all’alto potenziale virale, dall’altro c’è chi sottolinea come il ricordo del festival, tra tende disastrate e promesse mai mantenute, sia ancora troppo vivido per ispirare fiducia.

I partecipanti hanno pagato migliaia di dollari, ma al loro arrivo il Fyre Festival si è presentato così

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Considerando che perfino il secondo tentativo di organizzare un Fyre Festival è stato rinviato a data da destinarsi, l’impresa di Rech rischia di trasformarsi più in un’operazione ironica che in un successo commerciale. Tuttavia, l’esperienza con TruBlu dimostra che il produttore sa come trasformare idee improbabili in realtà operative. Resta da vedere se, questa volta, il pubblico sarà disposto a dare fiducia a un marchio che evoca ancora immagini di caos e promesse clamorosamente infrante.

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