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Mente a riposo: ecco rivelati i meccanismi dei momenti di inattività cerebrale

Uno studio ha scoperto cosa succede nei momenti di inattività cerebrale, ovvero quando la mente è a riposo.

Mente a riposo: ecco rivelati i meccanismi dei momenti di inattività cerebrale

La rete di modalità predefinita del nostro cervello è un gruppo di regioni che diventano attive nel momento in cui non siamo impegnati con altre attività, quindi quando la nostra mente è a risposo.

I ricercatori del Forschungszentrum Jülich in Germania hanno studiato la struttura e la funzione di questa rete analizzando il tessuto cerebrale e applicando tecniche avanzate di risonanza magnetica. Questo interessante studio ha dato delle risposte molto precise sulle differenze microstrutturali che influenzano il modo in cui la rete di modalità predefinita del nostro cervello, Default Mode Network (DMN) comunica con le altre regioni.

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Il potere della mente a riposo: come il DMN risponde agli stimoli esterni

Ricordiamo che il DMN comprende regioni legate alla memoria e all’elaborazione del passato. Supporta il pensiero indipendente dagli stimoli e includono non solo i sogni a occhi aperti, ma pure la pianificazione del futuro, i pensieri sul passato e così via. Però, il DMN svolge pure un ruolo di tipo cognitivo e può essere influenzato da stimoli esterni.

Sviluppato modello per spiegare come il cervello codifica ricordi di luoghi ed eventi Sviluppato modello per spiegare come il cervello codifica ricordi di luoghi ed eventi

Il nuovo studio spiega che il DMN non è un sistema uniforme ma è composto da una sorta di sottoregioni distinte. Alcune di esse sono legate alle regioni sensoriali del cervello, altre invece sono isolate e si riferiscono al pensiero introspettivo. I ricercatori hanno scoperto che la struttura del cervello determina pure il modo in cui funziona.

Le scoperte fatte offrono informazioni sul motivo per cui alcuni pensieri sono influenzati dall’input sensoriale. Le aree più stratificate del DMN sono simili all’architettura delle regioni cerebrali sensoriali. Alcuni strati ricevono segnali da altre aree del cervello, altri sono responsabili della trasmissione di queste informazioni.

Tutto questo potrebbe dare una spiegazione definitiva del perché il DMN diventa attivo quando determinati stimoli esterni, come odori o musica, evocano ricordi ed emozioni. Le regioni meno stratificate, invece, sono più autonome e vengono influenzate in misura minore dagli stimoli esterni.

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