Le piattaforme di streaming sono diventate indistinguibili l’una dall’altra?
Lo sostiene una ricerca: da Netflix a Prime Video, passando per Disney+. Nel tentativo di accontentare tutti, hanno perso la loro identità e i cataloghi sono ormai praticamente sovrapponibili tra di loro.

Le piattaforme di streaming hanno un problema: gli spettatori non riescono più a distinguerle. Il loro catalogo, sempre più esteso, sempre più eterogeneo, ha di fatto svuotato il loro brand di qualsiasi identità.
Netflix, Disney e Prime Video: uno vale l’altro?
Nonostante la forte consapevolezza dell’esistenza di numerose piattaforme per guardare film e serie TV, lo studio ha registrato un preoccupante calo nella capacità degli spettatori di identificare gli elementi distintivi dei vari servizi. In particolare, molti dei principali attori del settore, tra cui Netflix, Disney+, Hulu e Max, hanno visto una diminuzione anno su anno nella percentuale di consumatori in grado di “spiegare cosa li renda diversi dagli altri”.
Questa tendenza può essere attribuita a diverse strategie adottate dalle piattaforme negli ultimi anni. Molti servizi di streaming hanno ridotto i loro cataloghi di produzioni originali e si sono concentrati su generi popolari di contenuti originali, come drammi, film cinematografici e fantasy/soprannaturale, nel tentativo di offrire “qualcosa per tutti”. Tuttavia, questa omologazione dei contenuti ha portato a un minore interesse da parte del pubblico, con un calo delle nuove iscrizioni.
In sostanza, nel tentativo di accontentare tutti, di piacere ad un pubblico sempre più vasto e eterogeneo, le piattaforme avrebbero diluito all’infinito la loro offerta, al punto che non rimarrebbero più tratti utili a distinguerle tra di loro. Mancano di un’identità chiara e definitiva.
Esistono ancora gli ‘show’ di punta?

I dati parlano chiaro: negli ultimi due anni, una percentuale minore di consumatori (37% nel 2025 rispetto al 41% nel 2023) ha dichiarato di essersi iscritto a un nuovo servizio solo per guardare un programma specifico. Questa tendenza evidenzia come la mancanza di contenuti veramente distintivi stia influenzando il comportamento degli utenti.
Inoltre, molti spettatori non riescono a identificare dove possano guardare programmi ‘di punta’. Un affollamento di show originali che potrebbero facilmente essere trasmessi su diversi servizi ha reso difficile per gli spettatori trovare programmi specifici. Mentre oltre la metà (58%) dei consumatori sa che “Stranger Things” è disponibile su Netflix, meno della metà è in grado di collocare correttamente dove guardare serie iconiche come “Game of Thrones” (su Max), “The Bear” (su Hulu/Disney+) e “Ted Lasso” (su Apple TV+), tra gli altri.
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