Scoperto il legame tra professioni e illusioni ottiche
Le illusioni ottiche rivelano molti indizi sul modo di vedere le cose da parte delle persone. Gli scienziati si sono interrogati spesso su questo argomento e le ultime ricerche hanno svelato dettagli sorprendenti.

Secondo alcuni studi, le donne sarebbero maggiormente influenzate dalle illusioni ottiche rispetto agli uomini, mentre i bambini piccoli non le vedrebbero affatto, poiché è necessario un po’ di tempo per acquisire una visione contestuale. I disturbi legati allo sviluppo neurologico influiscono molto sulla percezione delle illusioni: i soggetti affetti da schizofrenia o autismo risultano, infatti, meno predisposti a questo tipo di sensazioni. Questi individui tendono, infatti, a concentrarsi sul focus di un’immagine piuttosto che sui particolari intorno ad essa.
Sembrerebbe, inoltre, che anche la cultura svolga un ruolo importante nella percezione contestuale. I risultati di una recente analisi dimostrano che nei popoli dell’Asia Orientale prevale una visione globale dell’insieme, mentre in Occidente la percezione tende a concentrarsi sui dettagli centrali. Tali diversità indicherebbero un’aumentata sensibilità alle illusioni da parte dei soggetti orientali.
I giapponesi mostrerebbero una percezione maggiore delle illusioni ottiche rispetto agli inglesi e questo potrebbe dipendere dal tipo di ambiente: vivere in centri urbani mega affollati richiede sicuramente una maggiore attenzione al contesto. Da parte d’altra parte i componenti della tribù Himba nel deserto della Namibia, regione praticamente disabitata, non sembrerebbero sensibili agli inganni illusori.

Imparare a vedere attraverso le illusioni ottiche: le professioni favorite
Secondo quanto detto prima, le differenze culturali, neuro-evolutive, di genere e di sviluppo incidono molto sulle illusioni ottiche. Quello che, però, gli scienziati non sapevano ancora è se le persone siano in grado di percepire queste immagini con minore intensità. I ricercatori, finora, hanno pensato che non si possa scegliere se vedere o meno l’illusione, ma i risultati di una recente ricerca hanno sollevato dubbi su questa teoria.
I radiologi, ad esempio, devono percepire velocemente i dati rilevanti nelle indagini diagnostiche, trascurando spesso i particolari circostanti. L’analisi ha messo a confronto 44 radiologi e oltre 100 studenti di psicologia. Dall’osservazione delle stesse immagini, è emerso che i radiologi sono più bravi nel vedere attraverso le illusioni rispetto agli psicologi. Ciò non significa che ne siano del tutto immuni, ma sicuramente sono meno sensibili, soprattutto in seguito a un percorso di formazione accurato. La strada è ancora lunga e servono ulteriori studi, ma imparare a vedere attraverso le illusioni sembrerebbe possibile: anni di studio in medicina e radiologia potenzierebbero questa abilità.