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Scoperti reperti rari in Egitto: ecco di cosa si tratta

Ritrovati reperti all'interno di una miniera d'oro tolemaica, in Egitto. Ecco di cosa si tratta.

Scoperti reperti rari in Egitto: ecco di cosa si tratta

Delle interessanti catene di ferro, che pare risalgano al primo periodo tolemaico a Ghozza, sono state rinvenute all’interno di una miniera d’oro del III secolo a.C. proprio nel deserto orientale dell’Egitto. Non si tratta di una scoperta di poco conto, visto che si tratterebbe di catene tra le più antiche che sono state rinvenute ad oggi nel Mediterraneo e sono anche abbastanza rari in Egitto.

La scoperta rappresenta un grande passo in avanti perché fornisce agli esperti delle informazioni maggiori sui minatori di Ghozza, che per chi non lo sapesse, facevano parte di un gruppo di lavoratori liberi e forzati.

scoperte catene di ferro

Antiche miniere di Ghozza: testimonianze storiche in Egitto

La grande distesa del Sahara, proprio tra il Nilo e il Mar Rosso, era un ambiente ricco di risorse naturali come rame, oro, ferro, gemme e tante altre pietre dure. Ad essere estratto per prima è stato l’oro, migliaia di anni fa e la più grande quantità solo durante il Nuovo Regno e durante l’era ellenistica. Furono i Tolomei ad aprire, durante la seconda metà del III secolo a.C. a Ghozza all’incirca 40 miniere proprio nel deserto orientale.

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I lavoratori di Ghozza vivevano all’interno di un villaggio, formato da blocchi residenziali sulle strade, bagni ed edifici amministrativi, una struttura ben diversa da quella utilizzata per la realizzazione di altre miniere. Il ritrovamento di queste antiche strutture è molto importante, così come abbiamo detto, perché fornisce delle informazioni in più su queste strutture e rappresentano la prima prova archeologica che schiavi o lavoratori forzati erano impiegati a Ghozza insieme ai minatori salariali.

Queste catene hanno un design molto simile a quello delle catene scoperte nelle altre miniere. “La scoperta di catene a Ghozza rivela che almeno una parte della forza lavoro era composta da lavoratori forzati. Le esatte condizioni di vita di questi individui rimangono poco chiare perché i loro luoghi di dimora non sono ancora stati identificati, anzi la configurazione del villaggio sembra suggerire che la popolazione fosse libera di muoversi in generale”.

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