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Fondale marino artico: a rischio un ecosistema unico al mondo

Un nuovo studio ha dimostrato che il fondale marino dell’Oceano Artico ospita biosistemi davvero inaspettati.

Fondale marino artico: a rischio un ecosistema unico al mondo

Per molti secoli, gli abissi dell’Oceano Artico sono stati considerati privi di vita, un po’ per la distanza, un po’ per l’ambiente sicuramente ostile. L’evoluzione della tecnologia ha contribuito a perfezionare l’esplorazione dei fondali marini, utilizzando nuovi strumenti, come telecamere trainate, DNA ambientale (eDNA) e Veicoli azionati a distanza (ROV).

L’introduzione di questi nuovi  metodi ha scoperto l’esistenza, seppur scarsa, di alcun ecosistemi: i pendii sedimentari che si estendono da 500 a circa 3.000 metri di profondità, possono ospitare alcune biodiversità. Le rocce liberate dal ritiro dei ghiacciai accolgono, spugne, gigli di mare anemoni coralli, offrendo riparo ad alcuni animali. Le pianure del fondale marino, che si estendono per migliaia di chilometri, nonostante mostrino un aspetto sterile, ospitano alcune specie supportate dai pochi elementi nutritivi provenienti dalla superficie.

Questi ambienti sono popolati da cetrioli di mare, crinoidi peduncolati e anfipodi. Un team di ricercatori ha esaminato oltre 75mila registrazioni di specie animali, individuando 2.637 taxa bentonici, ovvero gruppi di organismi tra cui prevalevano gli artrtopodi (crostacei ), seguiti da molluschi e anellidi. Gran parte del fondale dell’Oceano Artico, rimane tuttavia inesplorato, diventando oggetto di attenzione da parte dell’Industria del petrolio, ai fini di sfruttamento economico.

fondale marino artico

Vita e petrolio nell’Artico: ecosistema a rischio

Secondo alcune valutazioni, gli abissi artici potrebbero contenere fino al 13% delle riserve petrolifere non ancora scoperte nel mondo e il 30% di gas naturale inutilizzato. Ma non è tutto, perché le profondità marine dell’Oceano Artico ospiterebbero anche metalli preziosi come rame, cobalto e nichel fondamentali per la produzione dei dispositivi moderni, dagli smartphone al veicoli elettrici.

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Sicuramente queste fonti di ricchezza non passano inosservate al punto di vista economico, industriale e politico. Con il progressivo ritiro dei ghiacciai artici, le rotte ritenute un tempo rischiose diventano importanti scorciatoie per spedizioni e trasporti commerciali. Le operazioni di estrazione mineraria potrebbero però rivelarsi distruttive a livello ambientale, influendo sugli ecosistemi delle profondità marine, piuttosto fragili ed estremamente sensibili alle manovre umane.

Attività come il raschiamento il perforamento del fondale marino potrebbero interrompere gli habitat bentonici, creando  reste di sedimenti che, estendendosi, soffocherebbero importanti filtratori come spugne e coralli. Il rumore dei macchinari potrebbero disturbare i pesci e i mammiferi che si muovono e comunicano tramite suoni. Le operazioni di trivellazione potrebbero, infine, causare la fuoriuscita di petrolio.

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