Frammenti di volto preistorico ritrovati in Spagna: una scoperta che riscrive la storia umana
La scoperta di alcuni resti umani in Spagna potrebbe aiutare archeologi e paleontologi a comprendere meglio le dinamiche del nostro passato, in merito alle origini della specie umana.

Gli scavi archeologici effettuati nelle grotte dei monti Atapuerca, in Spagna, hanno rinvenuto le prove dell’esistenza di ominidi in epoca antichissima. Sono stati ritrovati, attraverso un lavoro sistemico di quasi 50 anni, alcuni resti umani che potrebbero risalire approssimativamente al periodo compreso tra 1,2 e 1,4 milioni di anni fa.
Si tratta di frammenti di ossa facciali attribuibili a una specie umana finora sconosciuta in Europa occidentale. Nel 2022 un gruppo di archeologi ha disseppellito dalla grotta Sima del Elefante alcuni resti ossei appartenenti al lato sinistro della zona centrale di un volto umano. Già nel 2008, sempre nello stesso sito, era stata trovata una mascella umana risalente a oltre 1,1 milioni di anni fa. I nuovi resti sono stati rinvenuti 2 metri più in profondità rispetto al luogo di ritrovamento della mascella, facendo presupporre che si tratti di frammenti più antichi.
I ricercatori hanno esaminato accuratamente, per oltre due anni, questi resti, cercando di capire a quale specie umana antica appartenessero, e quali fossero le condizioni biologiche e ambientali dell’epoca. Gli indizi provenienti da Gran Dolina, un sito poco distante da Sima del Elefante, hanno rivelato che una specie umana, denominata Homo antecessor, avrebbe vissuto nella regione di Atapuerca circa 850.000 anni fa.

Nuovi studi per comprendere le origini dell’uomo dopo la scoperta dei frammenti di volto preistorico
Gli esperti si sono subito chiesti se il ritrovamento dei nuovi fossili potesse appartenere a questa specie antica. l’Homo antecessor aveva un volto relativamente moderno, dai lineamenti verticali, in contrasto con la forma particolarmente inclinata riscontrata nelle specie più antiche. La forma del nuovi resti facciali non corrispondeva, però, a quella di H. antecessor, quindi gli studiosi hanno deciso di compararli a quelli di altre specie precedenti. Tra questi, anche quelli ritrovati nel sito archeologico di Dmanisi, in Georgia, risalenti a circa 1, 8 milioni di anni fa.
I frammenti del volto di Sima del Elefante sono diversi da quelli degli ominidi di Dmanisi, soprattutto nella parte intorno al naso. Esistono, tuttavia, alcune similitudini con l’Homo erectus, la prima specie umana diffusasi circa 2 milioni di anni fa, prima in Asia e poi in Europa. In assenza di alcuni particolari distintivi, il volto di Sima del Elefante, è stato classificato come Homo aff. erectus: in parole povere, potrebbe essere collegato a H. erectus, ma è privo di alcuni elementi caratteristici.
Nel sito, accanto ai resti umani, sono stati ritrovati degli arnesi in pietra usati e alcuni resti di animali, riportanti tracce di tagli: ciò farebbe che questi ominidi effettuassero la macellazione nella caverna. Il polline e i resti di piccoli animali suggeriscono, inoltre, che questa specie vivesse in un ambiente forestale umido.
Questa scoperta pone nuovi quesiti sulle origini, sull’evoluzione e sui primi insediamenti di specie umane in Europa Occidentale. Secondo alcune analisi precedenti, le specie antiche di ominidi subivano l’influenza delle condizioni climatiche e ambientali. Potrebbero, quindi, essersi evolute in Europa in presenza di condizioni favorevoli ed estinte, in seguito, ad alcuni cambiamenti climatici.