Meta, AI addestrata violando il copyright? L’accusa: “un saccheggio monumentale”
Associazioni di editori e autori francesi denunciano Meta per aver addestrato i suoi modelli di IA con materiale protetto da copyright senza permesso.

Mentre l‘intelligenza artificiale avanza a ritmi serrati, si moltiplicano anche le battaglie legali ad essa associate. L’ultimo capitolo vede protagonista Meta, il colosso dei social media fondato da Mark Zuckerberg, che si trova ad affrontare una nuova causa in Francia per aver presumibilmente addestrato i suoi modelli di IA utilizzando materiale protetto da copyright su vasta scala, senza alcuna autorizzazione.
Come riporta Reuters, la causa è stata intentata questa settimana presso un tribunale di Parigi da importanti associazioni francesi di editori e autori, tra cui l’Unione Nazionale degli Editori (SNE), la Società degli Uomini di Lettere (SGDL) e l’Unione Nazionale degli Autori e Compositori (SNAC).
Un “saccheggio monumentale” secondo gli autori francesi
Le organizzazioni in difesa degli autori hanno accusato il gigante tecnologico statunitense di presunta violazione del diritto d’autore e di “parassitismo” economico. Sebbene si tratti del primo tentativo legale di questo tipo in Francia, Meta ha dovuto affrontare cause simili sulla proprietà intellettuale legata all’IA anche in altre parti del mondo, in particolare negli Stati Uniti.
Una denuncia presentata negli USA ha accusato Meta di aver utilizzato ebook piratati per addestrare i suoi modelli di IA Llama, pratica che sarebbe stata approvata dallo stesso Mark Zuckerberg. Email trapelate avrebbero rivelato che l’azienda ha scaricato illegalmente terabyte di ebook per l’addestramento dell’intelligenza artificiale.
Maia Bensimon, delegata generale dello SNAC, ha accusato l’azienda di aver compiuto un “saccheggio monumentale”, secondo quanto riportato. “È un po’ come la battaglia di Davide contro Golia”, ha dichiarato Renaud Lefebvre, direttore generale della SNE, aggiungendo che “si tratta di una procedura che serve da esempio”.
Gli investimenti miliardari di Meta
La causa francese è arrivata solo pochi mesi dopo che Mark Zuckerberg ha annunciato che l’azienda avrebbe investito 65 miliardi di dollari in progetti legati all’intelligenza artificiale. Meta sta inoltre lavorando alla posa di un massiccio cavo internet sottomarino di 50.000 chilometri che avvolgerà il pianeta, con un costo previsto di oltre 10 miliardi di dollari. Secondo alcune fonti, l’azienda sta anche sviluppando il suo primo chip IA proprietario per ridurre la dipendenza da Nvidia.
L’esplosione di continue controversie legali come questa, chiaramente, solleva interrogativi fondamentali sul futuro dell’intelligenza artificiale e sulla necessità di bilanciare l’innovazione tecnologica con il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. La causa francese potrebbe rappresentare un importante precedente per future battaglie legali in Europa. Per Meta, che ha investito miliardi nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, l’esito di questa battaglia legale potrebbe avere implicazioni significative non solo per i suoi modelli attuali, ma anche per le sue future strategie di sviluppo nel settore dell’IA


