La FDA (Food and Drug Administration) degli Stati Uniti ha vietato il colorante rosso n. 3 o eritrosina. L’eritrosina è una sostanza chimica utilizzata in molti alimenti e farmaci, nonostante si sappia del suo collegamento con il cancro negli animali. L’allarme, in realtà, era stato già sollevato negli anni ’90, ma la pressione dell’industria alimentare aveva ritardato l’adozione di misure restrittive.

Attualmente, il colorante è presente in quasi 3.000 prodotti alimentari negli USA, tra cui caramelle, snack e numerosi farmaci. L’industria alimentare ha tempo fino al 2027 per adeguarsi ai nuovi provvedimenti normativi. Tuttavia, per quanto riguarda il collegamento tra eritrosina e tumore negli animali, la FDA ha confermato che le differenze biologiche tra specie ne ridurrebbero i rischi.

Ciononostante, il divieto del colorante rosso n. 3 segna un traguardo nell’ambito della sicurezza alimentare. Questo mette a disposizione nuove possibilità a nuovi interventi in grado di rimuovere dagli alimenti le sostanze chimiche.

colorante alimentare rosso vietato dalla FDA

Gli USA sono in ritardo nell’abolizione del colorante alimentare rosso

Il colorante rosso n.3 è stato già abolito negli anni ’90 nei Paesi dell’Unione Europea, in Giappone e in Australia. Quindi, gli Stati Uniti risultano essere in ritardo sulla tabella di marcia. Nuovi studi hanno evidenziato che i coloranti alimentari sintetici potrebbero avere effetti neurocomportamentali sui bambini. Gli esperti non escludono una possibile associazione con l’ADHD (Disturbo da deficit di attenzione e iperattività). Tali risultati, in combinazione con l’individuazione dei rischi cancerogeni, hanno portato a una regolamentazione più rigorosa.

Un colorante alimentare può scatenare malattie infiammatorie intestinali Un colorante alimentare può scatenare malattie infiammatorie intestinali

Secondo il CSPI (Center for Science in the Public Interest), questi provvedimenti non sono sufficienti. Il centro ha incoraggiato l’amministrazione Biden a introdurre norme restrittive che vietino altre sostanze altamente nocive, attualmente presenti negli alimenti per bambini. Il divieto segna un punto di svolta, sì, ma è solo l’inizio. Potrebbe essere il punto di partenza per nuove politiche volte a proteggere la salute pubblica.