Un team di fisici ha proposto una tecnica innovativa per ridurre decisamente dei viaggi verso stelle vicine. La tecnica implica l’utilizzo di fasci di elettroni accelerati a velocità relativistiche. Ad oggi, viaggiare verso Proxima Centauri, la stella più vicina, richiederebbe oltre 73.000 anni con la tecnologia attuale. Si presume quindi che nessun essere umano avrebbe la possibilità di compiere un viaggio così lungo.

Per questo, nel 2016, è stato istituito il progetto Breakthrough Starshot. Il progetto permetterebbe di sviluppare sonde leggere spinte da potenti laser o particelle elementari. Tuttavia, i metodi attuali presentano non pochi problemi, tra i quali l’inefficienza e la dispersione del fascio con l’aumento della distanza. Il nuovo approccio, invece, sfrutta “il pizzico relativistico” per ridurre e mantenere il fascio diretto verso la sonda.

La suddetta tecnologia sarebbe in grado di abbreviare i tempi di viaggio interstellare a pochi decenni. Renderebbe possibile l’esplorazione di pianeti abitabili nel sistema Alpha Centauri.

fasci di elettroni relativistici

Esplorazione spaziale: la tecnologia degli “stati solari”

Per applicare questo approccio, gli scienziati suggeriscono l’utilizzo di una “statite solare”. Essa è un veicolo dotato di vela solare che potrebbe rimanere in orbita attorno al Sole per dirigere in modo continuo fasci di elettroni verso la sonda.

Ottimizzare il comportamento degli elettroni è la chiave per creare materiali quantistici avanzati Ottimizzare il comportamento degli elettroni è la chiave per creare materiali quantistici avanzati

L’energia sufficiente per alimentare i fasci potrebbe essere prodotta attraverso la conversione termoelettrica, sfruttando il calore del Sole. Ma sono necessari ulteriori sviluppi tecnologici per convertire l’energia ricevuta in propulsione. Il team dichiara:

Utilizzando la conversione termoelettrica in una statite vicina al Sole, è possibile lanciare un’ampia infrastruttura di fasci di classe GW nel breve termine senza attendere l’industrializzazione dello spazio vicino alla Terra. Tuttavia, l’utilità di questo approccio dipende dalla scoperta di un mezzo ad alta potenza specifica per la ricezione e la conversione di quell’energia, sia come momento irradiato che per espellere la massa di reazione o spingere sul mezzo interplanetario come massa di reazione.

Se implementato adeguatamente, questo approccio risulterebbe rivoluzionario in ambito astronomico. Permetterebbe di esplorare nuovi mondi e risponderebbe a domande fondamentali sull’universo e sulla vita oltre il sistema solare.