L’agricoltura frutticola, stando a quanto riferito dai ricercatori, dovrebbe dare priorità a specifici abbinamenti tra colture e impollinatori. Questo perché il comportamento degli impollinatori così come la vasta scelta di colture vanno ad influire in modo netto sulla qualità dei frutti.

Purtroppo ad oggi sono poche le ricerche condotte sull’identità degli impollinatori, così come del polline e delle varietà di colture che vanno ad influenzare la qualità della frutta. In un articolo che è stato pubblicato su Trends in Plant Science, i ricercatori dell’Università di Gottinga hanno sostenuto che fino ad ora purtroppo si è pensato troppo a promuovere gli impollinatori, piuttosto che puntare alla qualità delle piante. Questa potrebbe migliorare, qualora si tenesse conto di quello che è il comportamento delle specie degli impollinatori e dei vari modelli di distribuzione delle varietà di colture nel campo.

mirtilli

Puntare sulla qualità dei frutti: ecco i risultati dello studio

I ricercatori sono concordi nel dichiarare che l’impollinazione animale è molto importante per ben due terzi delle colture e si stima che queste valgano centinaia di miliardi di dollari all’anno. Le colture dipendenti da questo tipo di impollinazione contengono una buona percentuale di vitamina C, ma anche carotenoidi, antiossidanti.

È stato scoperto come le piante tramandano la loro memoria genetica È stato scoperto come le piante tramandano la loro memoria genetica

I risultati della nostra revisione mostrano che la ricerca futura non dovrebbe concentrarsi solo sulla quantità, ma anche di più sulla qualità delle colture. Dopotutto, una migliore composizione dei nutrienti giova alla salute dei consumatori. Ciò include la promozione dell’impollinazione incrociata tenendo conto della varietà delle piante coltivate e della qualità del polline. Inoltre, la qualità delle varietà autoimpollinate e incrociate dovrebbe essere confrontata e la progettazione delle aree coltivate e del paesaggio circostante dovrebbe essere organizzata in modo tale che gli impollinatori possano muoversi nel modo più efficace possibile

È questo quanto sottolineato dalla professoressa Teja Tscharntke, la dottoressa Carolina Ocampo-Ariza e la dottoressa Wiebke Kämper del Functional Agrobiodiversity and Agroecology Group presso l’Università di Gottinga. I ricercatori sostengono quindi che la promozione dell’impollinazione incrociata, ovvero frutticola e animale, debba tenere conto della varietà delle piante coltivate così come della qualità del polline stesso.