Non è di certo una novità il fatto che siano molto diffuse le microplastiche che penetrano all’interno dei tessuti umani, ma anche nell’acqua in bottiglia e che queste potrebbero rappresentare per noi un grave pericolo. La nuova scoperta ha dell’incredibile, visto che mostra come questi minuscoli frammenti possono anche nascondersi all’interno di una bustina di tè.

La svolta arriva da un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università autonoma di Barcellona (UAB), in Spagna che ha scoperto come le singole bustine di tè possono rilasciare miliardi di particelle di micro e nanoplastiche in ogni millimetro d’acqua dove queste vengono immerse. Cifre che all’apparenza sembrano alte, ma sono una conferma di studi precedenti in cui è stato analizzato l’accostamento di plastica e calore elevato.

A parlare è stata la microbiologa Alba Garcia-Rodriguez, dell’UAB, la quale ha dichiarato di essere riuscita insieme al suo team a caratterizzare in modo innovativo questi inquinanti con una serie di tecniche piuttosto all’avanguardia, che rappresentano uno strumento davvero molto importante per far sì che la ricerca possa progredire ed evidenziare i possibili impatti che questi hanno sulla salute dell’uomo.

analizzati tre diversi tipi di bustine di tè

Salute dell’uomo a rischio a causa delle microplastiche nelle bustine di tè

I ricercatori hanno testato ben 3 tipi di bustine di tè, ovvero quelle realizzate in polipropilene che rilasciavano circa 1,2 miliardi di particelle per millilitro, con una media di 136,7 nanometri di dimensione. Ed ancora, le bustine di cellulosa, rilasciavano invece una media di 135 milioni di particelle per millilitro con una media di 244 nanometri di dimensione.

Il 30% delle microplastiche proviene da una fonte spesso ignorata Il 30% delle microplastiche proviene da una fonte spesso ignorata

Le bustine in nylon-6 invece rilasciavano 8,18 milioni di particelle per millilitro, con una media di 138,4 nanometri di dimensione. I risultati dei loro test hanno portato gli esperti ad ipotizzare che le microplastiche e le nanoplastiche possano interferire con le normali operazioni cellulari e rendere quindi più probabili le infezioni.

Dato che l’uso della plastica negli imballaggi alimentari continua ad aumentare, la ricerca scientifica e l’elaborazione delle politiche devono affrontare le sfide poste dalla contaminazione da MNPL per garantire la sicurezza alimentare e il benessere dei consumatori.

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