Gli anelli di Giove potrebbero essere in qualche modo diverse da quelli di Saturno, tuttavia esistono. Uno di loro addirittura potrebbe non essere proprio esistito prima di pochi decessi fa. Una nuova ipotesi ha suggerito come la rottura e l’eventuale collisione della cometa Shoemaker-Levy 9, ovvero la prima roccia spaziale che sia mai stata osservata direttamente, abbia lasciato dietro sé un flusso di polvere proprio all’interno dell’area di influenza del gigante gassoso.

Secondo alcuni esperti, negli ultimi 30 anni queste particelle potrebbero essersi organizzate in un anello molto sottile. Qualora questa tesi dovesse essere confermata, questo rappresenterebbe il più giovane di tutti gli anelli che si trovano attorno ai corpi del Sistema Solare. La tesi in questione è stata presentata proprio qualche giorno fa all’American Geophysical Union Meeting dal Professor Mihaly Horanyi.

cometa SL9 in collisione con Giove

Cosa sappiamo dello scontro della cometa SL9 con il pianeta Giove

Nel mese di luglio 1992, la cometa Shoemaker-Levy 9 che è conosciuta per lo più con il nome SL9, avrebbe attraversato il limite di Roche di Giove, una regine dove le forze di marea di un pianeta sono molto forti. La cometa si raggruppa in 21 frammenti, che hanno continuato ad orbitare attorno al pianeta Giove. L’anno successivo, poi, Carolyn e Eugene M.Shoemaker e David Levy, hanno effettuato un’ulteriore scoperta, ovvero che fu la prima cometa mai conosciuta ad orbitare attorno ad un pianeta e non al Sole.

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Questa era stata precedentemente, ovvero 20 o 30 anni prima, catturata da Giove, e avrebbe orbitato attorno al pianeta ogni due anni. I frammenti avrebbero colpito il pianeta ad una velocità di 60 chilometri al secondo, nei giorni compresi tra il 16 ed il 22 luglio. L’impatto su abbastanza luminoso tanto che si è avvistato anche nei mesi successivi.

Quando SL9 si è rotto, ha sicuramente generato molte piccole particelle”, ha detto il professor Horanyi a IFLScience. “Questo è accaduto all’interno della magnetosfera di Giove, dove la polvere si carica elettricamente e, oltre alla gravità di Giove, le forze elettromagnetiche muovono le particelle su orbite che rimangono legate a Giove. Successivamente, perdono energia e momento angolare e le particelle di polvere si depositano in un anello attorno a Giove”. Queste le parole del ricercatore.