Contrariamente alle previsioni iniziali, i contenuti generati dall’intelligenza artificiale hanno avuto un ruolo marginale nella disinformazione legata alle elezioni del 2024. Un’analisi di Meta ha rivelato che meno dell’1% delle informazioni errate identificate dai suoi fact-checker era legato a contenuti generati dall’IA. L’aggiornamento, pubblicato sul blog ufficiale dell’azienda, fa riferimento a elezioni in paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Bangladesh, Indonesia, India, Pakistan, Francia, Sudafrica, Messico, Brasile e l’Unione Europea.

Le paure sull’uso dell’AI per violare la legge erano infondate?

Nei mesi precedenti, ricercatori e funzionari governativi avevano lanciato l’allarme sul potenziale ruolo dell’IA generativa nel potenziare la disinformazione elettorale, in un anno che ha visto oltre 2 miliardi di persone recarsi alle urne. Tuttavia, secondo Nick Clegg, Presidente degli Affari Globali di Meta, questi timori si sono rivelati eccessivi. Durante un briefing con i media, Clegg ha affermato che i rischi legati a deepfake e campagne di disinformazione alimentate dall’IA “non si sono concretizzati in modo significativo” sulle piattaforme di Meta.

Meta attribuisce questi risultati alle sue politiche per contrastare la disinformazione. Quest’anno, l’azienda ha introdotto un’etichettatura più ampia dei contenuti generati dall’IA e il suo generatore di immagini ha bloccato 590.000 richieste per creare immagini di figure politiche come Donald Trump e Joe Biden nei giorni precedenti le elezioni negli Stati Uniti.

Tuttavia, Meta non ha fornito dati precisi sulla quantità di contenuti legati all’IA intercettati prima delle elezioni. Considerando i miliardi di contenuti che l’azienda elabora ogni giorno, anche una percentuale minima può rappresentare un volume significativo di post.

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Meta non ne può più della politica: sempre meno centrale in Instagram e Facebook

Nonostante i risultati, Meta continua a ricalibrare il proprio approccio alla moderazione dei contenuti. L’azienda ha modificato le impostazioni predefinite di Instagram e Threads per ridurre la raccomandazione di contenuti politici e ha de-priorizzato le notizie su Facebook. Mark Zuckerberg ha anche ammesso errori nella gestione della disinformazione durante la pandemia. Recentemente, il CEO e fondatore di Meta si è incontrato con Donald Trump a Mar-a-Lago.

Guardando al futuro, Clegg ha sottolineato la necessità di migliorare la precisione nell’applicazione delle politiche aziendali per bilanciare meglio la libertà di espressione e il rispetto delle regole.

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