Un nuovo studio scientifico ha messo in evidenza che l’Oceano Atlantico è più salato dell’Oceano Pacifico. L’evaporazione è più intensa nell’Atlantico rispetto all’altro immenso oceano, soprattutto nella fascia tropicale e subtropicale, che aumenta la sua salinità indebolendo il suo contenuto d’acqua. Il Pacifico, essendo collegato a sistemi fluviali più importanti, è costantemente rinfrescato dall’acqua proveniente dalle montagne e dai corsi d’acqua interni.

Gli scienziati dell’Accademia cinese hanno scoperto che i cambiamenti climatici e del sistema meteorologico mondiale stanno iniziando ad amplificare questo effetto, aumentando la differenza di salinità tra i due oceani. I ricercatori hanno validato la tesi che la differenza di salinità dell’Oceano Atlantico e dell’Oceano Pacifico è incrementato di quasi sei punti percentuali tra il 1965 ed il 2018, in particolare negli 800 metri superiori di acqua alle medie latitudini settentrionali.

Oceano Atlantico più salato del Pacifico: lo studio Chinese Academy of Sciences

Riscaldamento globale e vento sono i due principali fattori che hanno avuto un impatto determinante sulla salinità delle acque degli oceani. L’incremento delle temperature oceaniche ha causato lo spostamento del termoclino (uno strato oceanico definito da un rapido cambiamento di temperatura) verso i poli. In concomitanza, i cambiamenti dei venti hanno spinto l’acqua degli oceani a media latitudine. Tali effetti sono stati osservati nell’Oceano Pacifico e nell’Atlantico, ma in particolare in questo ultimo, venendo a spiegare l’enorme cambiamento della salinità.

La fioritura dei sargassi dell’Oceano Atlantico: nel 2018 la più vasta mai avvenuta La fioritura dei sargassi dell’Oceano Atlantico: nel 2018 la più vasta mai avvenuta

I cambiamenti nella salinità potrebbero innescare un effetto a catena che ha un impatto determinante su molti aspetti dell’ambiente marino. Gli studiosi si chiedono se i cambiamenti nella salinità dell’Atlantico potrebbero destabilizzare i suoi diversi strati, che sono formati da acqua di diverse densità e temperature. A sua volta, questo potrebbe spingere il calore antropogenico più in profondità nell’oceano, dove rimarrà il “punto caldo”.