Un team di studiosi della Johns Hopkins University ha fatto un’incredibile scoperta nel Sud America: è stato ritrovato il fossile di un gigante uccello carnivoro risalente a 12 milioni di anni fa. La ricerca è stata pubblicata ieri sulla rivista Palaeontology: la prova regina si troverebbe nel tibiotarso dell’uccello del terrore. Le dimensioni dell’osso della zampa inferiore del volatile oramai estinto indicano che questo uccello potrebbe essere più grande dei forusracacidi. I volatili del terrore avevano arti che utilizzavano per correre, vivevano a terra e si nutrivano di altre specie animali.

Lo studio sul tibiotarso dell’uccello del terrore

Il ritrovamento del tibiotarso dell’”uccello del terrore” era già stata fatta dal curatore del Museo La Tormenta due decenni fa, ma solo recentemente gli scienziati sono riusciti ad analizzarlo meglio grazie all’ausilio di un modello virtuale tridimensionale del campione. L’osso della parte inferiore della zampa del volatile ha una dimensione equivalente a quella della tibia dell’uomo: esso risale all’epoca del Miocene e riporta i segni di un morso di caimano.

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Gli studiosi sostengono che “l’uccello del terrore” rinvenuto sia deceduto proprio a seguito delle ferite causate dai morsi delle specie di coccodrillo viventi 12 milioni di anni fa. La scoperta del fossile ha consentito ai ricercatori di comprendere e di studiare i modelli di comportamento e le caratteristiche anatomiche della fauna selvatica predatoria vivente in Uruguay, Argentina e in Colombia. Non solo, i ricercatori ritengono che il deserto di Tatacoa fosse un tempo un ambiente verdeggiante e pieno di fiumi. L’uccello del terrore doveva convivere con i caimani, mammiferi ungulati, armadilli e bradipi terrestri giganti.